Aborto, ennesima bufala: donne costrette ad ascoltare il battito del feto. L’Umbria smentisce Sinistra italiana

15 Set 2022 18:45 - di Francesco Severini

Aborto, Sinistra italiana si accoda alle lagnanze di Chiara Ferragni. Le donne rischiano in Italia di avere la stessa triste sorte di quelle ungheresi vedendosi negate il diritto all’aborto. O addirittura venendo costrette ad ascoltare il battito del feto.

Sicché arriva la denuncia di Elisabetta Piccolotti di Sinistra italiana, moglie di Nicola Fratoianni, nel corso di una conferenza stampa sulla legge 194. Dito puntato contro l’Umbria, regione a guida centrodestra. “Abbiamo segnalazioni – afferma – da parte di donne che volevano interrompere la gravidanza e da diverse associazioni femministe, che in Umbria sta già accadendo quello che sta accadendo in Ungheria dove da oggi le donne che intendono interrompere la gravidanza, saranno costrette ad ascoltare il battito del feto”.

Piccolotti (SI): pressione incredibile sulle donne

“In Umbria non c’è una norma in tal senso. Alcune donne ci hanno detto che sono dovute andare più volte in ospedale perché essendo nelle prime settimane in battito del feto non era possibile ascoltarlo. Si tratta di un fatto gravissimo, una pressione psicologica brutale, una forma di criminalizzazione tesa a far nascere sensi di colpa”. “Chiediamo al ministero della Sanità di inviare ispettori per accertare che queste segnalazioni corrispondano al vero e se in Umbria e magari in altre regioni c’è questa pratica”. Quindi l’irrinunciabile attacco alla Meloni: “Se la Meloni vuole governare come sta governando la Presidente Tesei in Umbria allora significa che vuol governare contro le donne”.

Ma in quali ospedali dell’Umbria è accaduto? Perché non lo dicono?

Quali donne? In quali ospedali? Lo stesso ministro Speranza afferma che valuterà se mandare gli ispettori, ma non si sa dove mandarli. E in serata arriva la replica della Regione Umbria.  “In nessuna Azienda sanitaria o ospedaliera della Regione Umbria, risulta che le donne che chiedono l’interruzione di gravidanza siano costrette ad ascoltare il battito del feto, così com’è stato dichiarato stamani nel corso di una conferenza stampa”.

La Regione Umbria: non ci risulta nulla del genere, ci tuteleremo nelle sedi opportune

“Trattandosi di una denuncia grave – afferma l’Assessorato alla Salute in una nota – di un fatto che lede fortemente i diritti delle donne e tocca una tematica delicata come quella dell’interruzione della gravidanza, sarebbe opportuno che coloro che hanno portato all’attenzione questa gravi fatti, li circostanziassero in modo da permettere alle autorità sanitarie di procedere con le opportune verifiche. In caso contrario, ribadendo che anche dal riscontro chiesto tempestivamente oggi alle Aziende, non risultano in Umbria fatti del genere, la Regione si vedrà costretta a dover tutelare nelle sedi opportune tutti i professionisti e gli operatori che lavorano con professionalità e correttezza, nel sistema sanitario regionale”.

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