Video dello stupro, Delmastro a Conte e Zan: ringhiare non vi servirà. Si sa che la sinistra sta con Caino
Solerti nell’insultare Giorgia Meloni almeno quanto tardivi, se non del tutto taciturni, quando si tratta di esprimerle solidarietà per gli attacchi ricevuti, sinistra e grillini non perdono occasione per raschiare il fondo del barile e strumentalizzare il caso di Piacenza, e la denuncia che ne è seguita di Giorgia Meloni. Così, chi ieri non ha fatto in tempo a inveire – e a sfruttare ad hoc l’occasione di farlo – contro la leader di FdI, prova a recuperare oggi. Come Giuseppe Conte, che sordo a spiegazioni e delucidazioni fornite sulla vicenda, e sulle sue degenerazioni utilitaristiche, è partito lancia in resta. Non contro lo scempio compiuto dall’extracomunitario accolto, ma sul video dello stupro della donna ucraina, perpetrato dall’immigrato 27enne finito in carcere. Un video che, repetita iuvant, la presidente di Fratelli d’Italia si è limitata a postare solo dopo che i principali quotidiani lo avevano già abbondantemente pubblicato.
Video sullo stupro,Conte si unisce al coro di insulti della sinistra contro Giorgia Meloni
Così, fiato alle trombe, Conte si unisce al coro di attacchi pretestuosi. E per farlo si attacca alla succinta e laconica dichiarazione della vittima, che a riguardo, secondo quanto riferiscono fonti inquirenti all’Adnkronos, ha dichiarato: «Sono molto rammaricata per la diffusione del video perché sono riconoscibile». Un problema che investe in prima istanza i quotidiani che l’hanno pubblicato, ma che per Conte riguarderebbe solo la Meloni a cui su Facebook il leader grillino indirizza un ennesimo attacco mirato, postando: «Ecco cosa succede quando la politica irresponsabile strumentalizza la cronaca, senza curarsi delle conseguenze e dell’eco mediatica. Senza rispetto per la sofferenza di chi patisce una turpe violenza. Questo scempio è quanto di più lontano dal nostro modo di intendere la dignità delle persone».
Rita Dalla Chiesa: «Meloni attaccata in tutti i modi. Questa è scorrettezza politica»
Laddove dignità dovrebbe essere proprio la parola chiave per chi ha ancora molto da farsi perdonare dagli italiani e da rendere conto per le inchieste giudiziarie e i ricorsi che hanno coinvolto il suo governo prima, e il suo partito subito dopo. Dignità, appunto, e un richiamo alla deontologia che Conte – ma è solo l’ultimo in ordine di tempo – prova ad addebitare a Giorgia Meloni, immemore del saggio consiglio evangelico che suggerisce di guardare alla trave che offusca la propria vista prima di vedere la pagliuzza nell’occhio del prossimo… Un concetto a cui ha fatto velatamente riferimento ancora poco fa un’altra donna oggetto di insulti e offese inaccettabili come Rita Dalla Chiesa. La quale, sulla vergognosa campagna di attacchi scatenata a orologeria contro la leader di FdI, ha commentato: «Meloni attaccata in tutti i modi. Questa è scorrettezza politica»…
Video sullo stupro, Delmastro (Fdi) replica all’attacco di Zan contro la Meloni
Al feroce intervento di Zan, invece, che sul caso dello stupro ha rimarcato come i suoi compagni di sinistra la questione della pubblicazione de video più che lo sfregio dello stupro compiuto da un immigrato accolto e richiedente asilo, ha risposto direttamente il deputato di Fratelli d’Italia Andrea Delmastro. Che puntando l’indice contro la visione falsata e strumentalizzata della intera vicenda. E replicando all’affermazione dell’esponente dem secondo cui, la Meloni con la sua denuncia, «avrebbe contribuito alla barbarie», ha dichiarato: «Zan, eroe dei due mondi del qualunquismo livoroso, ringhia rabbioso verso Giorgia Meloni per il video condiviso della violenza, sebbene con copertura di ogni tratto della vittima».
«Gli italiani vedono la luna e non il dito puntato di Zan. Vedono città insicure e una sinistra sempre dalla parte di Caino»
Proseguendo poi: «Gli italiani vedono la luna e non il dito puntato di Zan. Gli italiani vedono le città insicure, vedono una giustizia penale lenta, vedono una sinistra sempre dalla parte di Caino e mai di quella di Abele. Il primo modo per non vedere più brutalità simili non è il silenzio, l’oblio, l’occultamento. Ma una risposta in termini di sicurezza. C’è chi vuole mettere la polvere sotto il tappeto, e chi vuole ripulire la casa. Noi siamo la seconda specie», ha concluso Delmastro. E non serve aggiungere altro…