Urso: «FdI fa quello che dice. Con noi al governo nessuna ambiguità in politica estera»

2 Ago 2022 9:47 - di Redazione
Urso

«La guerra in Ucraina rappresenta un salto della storia, non una parentesi. Ora serve responsabilità da parte di tutti. L’Italia è un paese più esposto di altri. Nella politica estera e di sicurezza non sono ammesse ambiguità. Lo dico a tutti. Ci sono potenze autoritarie e imperialistiche che puntano al predominio sulle democrazie occidentali». È il monito lanciato dal presidente del Copasir, Adolfo Urso, in un’intervista al Foglio. «L’Italia non può essere il ventre molle d’Europa. Quando Giorgia (Meloni, ndr.) verosimilmente, sarà investita del compito di guidare il governo, pretenderà massima responsabilità da parte di tutti. E non sfugga che FdI è un partito che fa quello che dice. Le persone hanno capito che siamo affidabili, seri, coerenti. Di fronte a un paese che è apparso inaffidabile nei rapporti internazionali, di fronte a forze politiche che hanno cambiato posizioni e alleanze per formare governi in assenza di un’investitura diretta mediante il voto popolare, io credo che serva una proposta chiara e credibile. Noi siamo pronti», sottolinea.

«Non sono emersi elementi di rischio per la sicurezza nazionale»

Dossier “ombre russe”. Il Foglio chiede, “l’avvocato Antonio Capuano, che organizzava viaggi in Russia per Salvini, è stato intercettato durante i suoi colloqui con un funzionario dell’Ambasciata russa a Roma. Da chi?”. «Io posso riferire – dice Urso – solo quello che è stato riportato al Copasir dagli organi preposti alla sicurezza nazionale». E poi spiega: «Su Capuano, in tempi non sospetti, abbiamo chiesto al Comparto se vi fosse evidenza di profili di rilievo per la sicurezza nazionale, secondo procedure univoche e tempestive che utilizziamo nei confronti di chiunque. Come confermato, in modo inequivocabile, dallo stesso Gabrielli, non sono emersi elementi di rischio per la sicurezza nazionale. Posizione ribadita in modo netto sia nelle audizioni sia per iscritto».

«A Mosca e Pechino la Rete è uno strumento di controllo politico»

Urso esorta a tenere alta la guardia rispetto a Russia e Cina. «Oggi a Mosca, come a Pechino, la Rete è uno strumento di controllo politico e sociale, saldamente nelle mani del governo. La Rete è diventata uno strumento di disinformazione e propaganda, a uso e consumo del regime; essa è utilizzata anche per condizionare e sottomettere le democrazie occidentali la cui vulnerabilità deriva dall’essere “società aperte”. Loro – sottolinea – sono più aggressivi perché la tecnologia e la globalizzazione li rende pervasivi, sono dentro di noi, ma è anche vero che l’Italia non è più in grado di giocare un ruolo, appare smarrita. In questa legislatura abbiamo avuto tre governi con diverse e contraddittorie politiche estere, fin quando Draghi ha raddrizzato la rotta. Non sappiamo più quale sia il nostro baricentro».

Urso: «L’Italia paese di frontiera»

E poi ancora. «L’Italia è sempre stata un paese di frontiera e cerniera: ai tempi dell’Urss, nel paese con il partito comunista più forte in Europa, fummo i primi a installare i missili Pershing e Cruise anche grazie alla determinazione del governo Craxi e con il supporto del Msi, e nonostante la ferma opposizione della sinistra. Nel 1966 la Fiat siglò un accordo con il governo sovietico per realizzare a Togliattigrad uno stabilimento in grado di produrre 600mila vetture l’anno. Ogni popolo – conclude Urso – è espressione della propria storia».

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