Lollobrigida: «La tenuta del Paese garantita con Meloni premier. Giorgia piace anche fuori»

11 Ago 2022 13:49 - di Sara Gentile
Lollobrigida

Nessun rischio per gli equilibri internazionali con un governo a guida Meloni. «Sia sulla politica internazionale, con la serietà che abbiamo dimostrato rispetto alla guerra in Ucraina che ci è valsa il riconoscimento di tutti, dello stesso Draghi, sia sulla posizione ferma del “niente promesse che non si possano mantenere” abbiamo già avuto riscontri», assicura Francesco Lollobrigida, braccio destro di Giorgia Meloni e capogruppo alla Camera di FdI, intervistato dal Corriere della Sera. Che aggiunge: «Nonostante Meloni sia considerata possibile premier, il prezzo della benzina sta scendendo e in genere il Paese non sta affatto crollando».

Lollobrigida: «Smentite le affermazioni allarmistiche»

Per il parlamentare di FdI «sono tanti gli indicatori che stanno smentendo le affermazioni allarmistiche di questi tempi». «Posso citare la Reuters, che ha scritto come dopo le dichiarazioni di FdI su programma e regole lo spread “si è abbassato di 20 punti”. Il che significa che non c’è paura nel primo Paese europeo, la Germania. Per non parlare degli Usa: Luttwak, uno dei politologi più ascoltati in Italia, ha spiegato come Meloni non sia nazionalista ma “patriottica”, e se è “sovranista” è per resistere al travaso di poteri da Roma a Bruxelles quando questi siano contro l’interesse nazionale».

«Il Pd non può dare lezioni a nessuno»

Sugli attacchi di Pd e Terzo polo. «Il Pd  – spiega – con le sue alleanze, quelle sì, incomprensibili, non può dare lezioni a nessuno. Il Terzo polo è composto da due eletti del Pd – uno che se ne è andato cercando poi un accordo e facendolo saltare, l’altro tenuto fuori dall’intesa – che non possono proprio preoccuparci. Anzi, dalle prime rilevazioni dopo la mossa egocentrica di Calenda, possiamo dire che tolgono più voti alla loro area che alla nostra».

Sull’accordo nel centrodestra

Anche voi però avete i vostri problemi al centro: un accordo l’avete raggiunto? «Certamente sì – risponde – e anche qui a smentire narrazioni false, come quella di una Meloni che vorrebbe fare l’asso pigliatutto. In realtà siamo stati proprio noi ad assumerci il ruolo di federatori della coalizione mettendo – noi soli – a disposizione nostri collegi uninominali per le forze più piccole (al momento dovrebbero essere 15); e se fosse utile per coinvolgere altri pezzi di società che meritano rappresentanza potremmo salire. Ma abbiamo anche incoraggiato la nascita di una lista unitaria che metta assieme le esperienze di tradizione democristiana, di governo del territorio, civiche, proprio perché crediamo che serva una coalizione inclusiva, in cui ciascuno possa esprimere i propri valori, che per noi sono cemento unificante».

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