La figuraccia di Conte: prima ‘sogna’ il ritorno di fiamma col Pd, ma poi è costretto a ritrattare

21 Ago 2022 18:22 - di Federica Argento
Conte Pd

Giuseppi è sempre Giuseppi, Conte non si smentisce. “Mi spiace deludere qualche titolista, qualche giornale, ma penso che il mio pensiero sia stato forzato e travisato“. Costretto all’ennesima piroetta, smentisce se stesso in un breve lasso di tempo. Nessuna delusione, non si preoccupi, siamo abituati. Da Lucia Annunziata l’ex premier nel primo pomeriggio su Rai 3 aveva risposto a una precisa domanda sullo stato dei rapporti con Enrico Letta e sulle previsioni elettorali del M5s, sul futuro. “Mi auguro di governare da solo – ha risposto l’ex premier durante ‘Mezz’ora in più’ -. Ma questo dipende dai cittadini. Realizzare un monocolore diventa un po’ improbabile, quindi la prospettiva, domani, di dover lavorare con altre forze politiche, a partire dal Pd, ci può stare.

Conte prende le distanze da se stesso: piroetta volante nel giro di poche ore

Tanto basta perché in termini politici questa dicharazione valga una possibile apertura verso il Pd per il dopo elezioni. Il tam-tam si diffonde, la notizia viene battuta dalle agenzie, i retroscenisti si mettono all’opera e Conte ci ripensa. Si tira indietro, deve avere pensato di essersi troppo esposto. Già vede i titoli dei quotidiani di lunedì metterlo in mezzo e titolare sulle sue dichiarazioni di apertura al Pd. Immagina iscritti e base in subbuglio. Quindi un bel dietrofront nel M5s non sfigura mai. Ecco l’ex premier dichiarare appena un paio d’ore dopo: “Oggi ho dichiarato che mi auguro di governare da solo;  ma che so anche quanto sia improbabile poter avere un Governo con una sola forza politica. A proposito del dialogo con altre forze politiche come il Pd – prosegue lo spiegone- a precisa domanda ho rispostoche le delusioni che abbiamo incassato ci porteranno ad essere molto più prudenti e intransigenti sul rispetto delle nostre condizioni e dei nostri valori. L’esperienza maturata deve farci ancor più riflettere”. La precisione arriva con un post su Facebook. Come al solito per lui hanno capito male i giornalisti.

Conte bifronte: da “lavorare col Pd ci può stare” a “neanche al tavolo insieme”

E per prendere ancora meglio le distanze da se stesso rincara la dose: “Mi sembra evidente, peraltro, che ad oggi il Pd abbia preso un’altra strada rispetto alla nostra e alle priorità di Governo che abbiamo condiviso nel Conte 2. Nelle condizioni attuali con i vertici nazionali del Pd folgorati dell’agenda Draghi non potremmo nemmeno sederci al tavolo. E noi i nostri valori, le nostre battaglie non li svendiamo. Lo abbiamo già dimostrato, senza paura di pagarne il prezzo”. Dal “ci può stare” a “non potremmo nemmeno sederci al tavolo” è tanta roba. E poi uno non lo deve chiamare Giuseppi.

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