Ita, il governo accelera sulla vendita a Lufthansa. Altolà della Meloni: «Draghi smentisca subito»
«Mi auguro che il presidente Draghi smentisca l’ipotesi di un’accelerazione del processo di vendita di Ita Airways a Lufthansa. È un argomento del quale si sta parlando molto sui media e che ci fa letteralmente sobbalzare visto che il governo è dimissionario e può occuparsi solo di affari correnti. Questo non lo sarebbe affatto». La campagna elettorale non distrae Giorgia Meloni dai veri affari di Stato. E la trattativa tra la compagnia aerea di bandiera tedesca e la nostra senza dubbio lo è. «Saremmo tutti molto più sereni se arrivasse una sua smentita. Dal 25 settembre (giorno delle elezioni, ndr) in poi – ha proseguito la leader di FdI – tutto potrà cambiare e al rilancio della nostra compagnia aerea di bandiera penserà chi governerà. Ora che abbiamo affrontato sacrifici indicibili per comprimerne i costi, occorre valutare con attenzione la presenza dello Stato nella compagnia e la partecipazione azionaria di altri partner».
La Meloni: «La vendita non è affare corrente»
A dare conto dell’accelerazione contestata dalla Meloni è stato il Messaggero, poi ripreso anche da siti specializzati. Secondo quanto riportato dal giornale romano, infatti, l’operazione “disco verde” alla vendita di Ita dovrebbe chiudersi «entro questo mese». Il premier dimissionario probabilmente giustificherà la vendita della ex-Alitalia con l’impegno assunto a suo tempo con l’Unione Europea, quasi fosse una semplice esecuzione di un accordo e non anche, come in effetti è, una impegnativa scelta politica. E ha quindi avviato le trattative in esclusiva con il duo che dovrebbe rilevare l’80 per cento della compagnia nata italiana, secondo questo schema: 60 per cento a Msc e 20 per cento a Lufthansa, lasciando il restante 20 sotto il controllo dello Stato italiano.
L’ipotesi: 60% a Lufthansa, 20 a Msc, 20 allo Stato
Nulla potrebbero eccepire i probabili acquirenti se Draghi decidesse di lasciare al prossimo governo l’ultima parola. In Germania si farebbe così. In Italia, invece si accelera come se al posto di un nuovo premier e di nuovi ministri dovesse arrivare un’orda di barbari. L’altolà della Meloni potrebbe tuttavia ricevere un aiuto inatteso dal recente via libera dato dal Cda di Ita alla richiesta all’azionista unico (il Mef) di un aumento di capitale da 400 milioni. Il versamento di questa nuova tranche, direttamente correlato alla procedura di vendita del vettore, potrebbe però slittare a novembre e comunque non prima dell’insediamento del nuovo governo.