I ministri di Draghi dovranno cercarsi un lavoro. Lamorgese ha un posto sicuro, ma Di Maio?

3 Ago 2022 16:57 - di Antonio Marras

Docenti universitari costretti a tornare in aula a fare lezione ai propri studenti, magistrati chiamati a metter mano ai faldoni polverosi degli uffici giudiziari, funzionari di partito a caccia di poltrone in qualche Cda, ma anche potenti manager che alla vita politica rinunceranno facilmente per dedicarsi a far soldi, come da prima dell’avvento dei tecnici e dei ministri di Re Draghi. Il crepuscolo del “governo dei migliori” è triste e malinconico, per chi dovrà scendere dalla passarella politica, ma il problema non sono i soldi. Semmai il potere, la ribalta, le ambizioni dei tecnici politicizzati o dei politici tecnicizzati…

I ministri “migliori” del governo Draghi cosa faranno?

La prima grande incognita riguarda l’ex grillino, convertitosi al draghismo, Federico D’incà, ministro dei Rapporti col Parlamento, per nulla sicuro di essere rieletto, anzi, quasi del tutto fuori dai giochi. Da ex analista di sistemi di gestione informatica presso una società privata a caposettore in un’azienda di grande distribuzione organizzata e responsabile sistema qualità in una realtà di robotica e automazione, da domani sarà di nuovo sul mercato, alla ricerca di un lavoro vero. E Luigi Di Maio, il “quasi laureato”, ex steward (per qualcuno bibitaro…) allo stadio, con un passato in aziende informatiche? Se non riuscisse ad infilarsi nelle liste del Pd c’è il rischio che possa essere costretto a ricorrere al “suo” reddito di cittadinanza? Dubbi anche sul fututo della ex show girl Mara Carfagna, su Maria Stella Gelmini, avvocato, e su Renato Brunetta, professore di economia, tutti e tre impegnati a trovare un seggio sicuro con Calenda dopo aver mollato Silvio Berlusconi.

Lamorgese torna a fare il magistrato?

Qualche big di partito, come Stefano Patuanelli del Pd, sarà rieletto sicuramente, come Andrea Orando, mentre il vice Draghi, il ministro Daniele Franco, ha un posto ben remunerato a Bankitalia, tornerà probabilmente a Londra il manager Vittorio Colao, in cattedra all’Università Milano-Bicocca per il ministro Maria Cristina Messa, ma anche la quasi  “presidente della Repubblica” Marta Cartabia, docente di diritto costituzionale, mentre Luciana Lamorgese rientrerà al Consiglio di Stato, come il sottosegretario alla presidenza Roberto Garofoli. Nessuno a spasso, ma in pochi ancora in passerella…

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