Già in frantumi l’alleanza Alternativa-Italexit. La causa? Troppi candidati neofascisti. Ed è subito rissa
Gli ex Cinquestelle di Alternativa, guidati da Pino Cabras, non si uniranno a Italexit di Gianluigi Paragone. Un’intesa durata due giorni e subito rotta: non saranno insieme alle elezioni del 25 settembre chiedendo i voti di no vax e nemici delle banche.
La nota di Alternativa: troppi fascisti in lista, non ci stiamo
“Il quadro di possibile accordo elettorale fra Alternativa e Italexit in vista delle elezioni del 25 settembre 2022 è sciolto – recita una nota di Alternativa – Laddove c’era un consenso di fondo su una serie di importanti nomi da presentare come candidati, nella composizione in dettaglio delle liste presentata da Italexit abbiamo riscontrato la presenza – anche in ruoli di capolista – di candidati organici a formazioni di ispirazione neofascista”.
Alternativa: liste condizionate ideologicamente
“Sebbene nelle piazze – prosegue la nota – le persone di diversa ispirazione abbiano trovato un linguaggio comune, e proprio perché ci siamo impegnati nel tempo a superare molti schemi ideologici, non vogliamo che le liste siano condizionate dal peso ideologico di esponenti del fascismo nostalgico favoriti dal meccanismo delle liste bloccate”.
La candidata di CasaPound al centro della disputa
Il motivo del contendere, secondo l’agenzia Dire, sarebbe il fatto che Paragone” ha offerto il posto di capolista nel Lazio a Carlotta Chiaraluce. Originaria di Ostia e, insieme a Luca Marsella, uno dei volti più noti di CasaPound, ancor più da quando il leader Simone Di Stefano se n’è andato per fondare Exit, che sarà sulla scheda elettorale in Alternativa per l’Italia insieme al Popolo della famiglia di Mario Adinolfi”.
Paragone: volevano usarci come taxi per il Parlamento
Gianluigi Paragone, leader di Italexit, ha così replicato: «Noi avremmo voluto riunire intorno a un unico progetto le forze che in questi mesi si sono opposte al green pass, al vaccino obbligatorio e alle imposizioni sanitarie dei governi Conte e Draghi, senza discriminarne nessuna. Purtroppo – conclude l’ex M5S – abbiamo dovuto prendere atto che l’unico interesse di Alternativa era di ottenere posizioni in lista e di usare Italexit come un taxi per il Parlamento».