Wild Food Maremma: il nuovo programma di Stefano Bini alla scoperta dei “piatti forti” del territorio
Stefano Bini, classe 1985, è nato a Grosseto ed è proprio da qui, dopo tante conduzioni Rai, che inizia il suo nuovo programma Wild Food Maremma, in onda da venerdì 29 luglio, dalle 8:40 alle 10:40, su Food Network (canale 33). Il programma è una grande scommessa per lui, poiché è la prima conduzione in solitaria, dove ricopre anche il ruolo di autore e capoprogetto, come per Warner Bros Discovery, il quale porta un format generalista su una rete tematica.
Stefano Bini, come è le è venuta questa’idea?
«Davanti ad un gintonic, a Grosseto, con mio cugino Valerio, che è il co-ideatore del progetto. Volevamo valorizzare la nostra terra, apprezzata sì per il verde e per cibo, ma la Maremma è molto altro. Unendo conoscenze, idee, sponsor e fiducia da parte di Discovery è venuto fuori un ottimo prodotto, che stupirà i maremmani, gli italiani e i turisti. Non a caso, nel titolo c’è la parola “wild”.»
Quali mete toccherete?
«Saranno 9 puntate da sessanta minuti l’una e andremo ad esplorare borghi, colline, musei, ristoranti, montagne, parchi, castelli e fortezze, tra i più nascosti del luogo. Ovviamente, le ricette tradizioni saranno il punto cardine del programma. Le mete saranno Manciano, Pitigliano, Grosseto, Orbetello, Castel del Piano, Sorano, Terme di Saturnia, Piancastagnaio e Magliano.»
La sua prima conduzione in solitaria. È stata un’emozione?
«Certo che sì. Più che altro, è stata una prova professionale molto forte. Non dovevo solo condurre ma, essendo una piccola produzione, anche autorare le puntate e monitorarle, in quanto capoprogetto. Wild Food Maremma è un branded content, un prodotto editoriale esterno. Mi sono scoperto anche un ottimo commerciale!»
Warner Bros Discovery come ha accolto l’iniziativa?
«Sin dall’inizio, molto bene. La scommessa era trovare i soldi per produrlo. L’ho vinta e siamo andati in produzione. Essendo la prima volta che lavoravo con loro, c’è stato un continuo scambio d’idee su come impostare il format e le varie puntate. Dal momento che abbiamo trovato la squadra, è stato un vero divertimento. Per questo, ringrazio Gabriele Gobitti, Gesualdo Vercio e Ana Radi, oltre ai miei impresari Nando e Silvio Capecchi, e la casa di produzione Video Arcobaleno di Andrea Stefanini.»
Abita a Milano Due, un paradiso verde vicino Milano, ma qualcosa Le mancherà della Maremma.
«Il mare. Non ci sono piscine bellissime e attrezzatissime che tengano. Se penso in generale, mai abbandonerei Milano, qui c’è la mia vita, il lavoro e i nuovi affetti, però mancano spiagge e orizzonti sconfinati, che ti danno emozione, fanno riflettere e ti rimettono in pace con il mondo. Non vedo l’ora sia il 5 agosto per scendere tre settimane a Principina a Mare, luogo balneare vicino a Grosseto.»
Stefano Bini è anche giornalista. Ha iniziato da noi al Secolo, per poi approdare a Il Giornale, Libero e Il Giornale d’Italia. Meglio la tv o il giornalismo?
«L’anno scorso, per condurre un programma su Rai2, ho dovuto restituire il tesserino. Ma non è certo questo che fa di un uomo un giornalista. Io lo sono e lo sarò per sempre, con o senza tessera. Infatti, continuo a lavorare come tale! Certo, con il giornalismo non ci mangi più, con la televisione sì. Il primo è diventato un hobby, il secondo è il mio lavoro.»
Ha condotto programmi sempre diversi, scrive di spettacolo ma dà anche forti stoccate politiche. Dove si colloca in questo senso?
«Sono un moderato, mi colloco nel centrodestra. Mi danno fastidio l’ignoranza grillina e la saccenza di una parte del centrosinistra. Ho fatto politica alle superiori e poi all’Università, e questo fervore mi è rimasto. Non mi aspettavo la sfiducia a Mario Draghi e sono convinto che il 25 settembre andranno a votare in pochissimi. Il popolo è stufo.»
Che rapporto ha con i social?
«Bellissimo ma distaccato. Li uso molto ma in maniera fugace. Posto le mie cose su Facebook, Twitter, Instagram, Whatsapp, Linkedin e me ne vado. Non guardo post, stories o stati di altri. Faccio sapere al mondo ciò che faccio ma di ciò che fanno gli altri m’interessa poco.»
Sogni nel cassetto?
«Tanti li ho già realizzati, come quello di essere intervistato da Maurizio Costanzo. Nello specifico, dal condurre un programma nelle piazze italiane a partecipare a Tale e Quale Show. Queste due cose hanno un comune denominatore, ovvero dimostrare al pubblico la mia professionalità e dedizione al lavoro. Non tollero i cialtroni mediatici e non parteciperei mai ad un reality. Non sono fatto per le macchine da guerra. Ho già superato un cancro a 22 anni!»