“Staccate la spina ad Archie”: respinto il ricorso dei genitori del 12enne inglese in coma da aprile

25 Lug 2022 20:21 - di Laura Ferrari
Archie Battersbee

La Corte d’Appello di Londra ha respinto la nuova richiesta dei genitori del 12enne Archie, Hollie Dance e Paul Battersbee, e dunque confermato le sentenze dei giudici di primo e secondo grado del 13 giugno e 15 luglio che avevano deciso che era nel “miglior interesse” di Archie morire. Il padre e la madre del ragazzino hanno soltanto ottenuto che la sentenza non venga eseguita fino alle 14 di mercoledi 27 luglio. Poche ore prima del verdetto della Corte, il padre di Archie è stato colto da infarto ed è ricoverato in gravi condizioni.

Archie come Alfie: condannato a morire

Il caso di Archie ricorda per certi versi quello di Alfie Evans.  Archie Battersbee è di Southend-on-Sea, nel sud est d’Inghilterra, è in coma dal 7 aprile, quando la mamma l’ha trovato con una corda attorno al collo, forse dopo una tragica sfida online con gli amici. I tre giudici della Corte d’Appello di Londra, Sir Andrew McFarlane, Lady Eleanor King e Lord Peter Jackson, hanno riconosciuto come legalmente valide le motivazioni che autorizzano i medici a mettere fine alla vita di Archie. E hanno quindi accettato l’argomentazione di fondo, in base alle quali sarebbe ormai «inutile» tenerlo ancora in vita attraverso la ventilazione assistita, data la diagnosi di morte delle cellule cerebrali «altamente probabile» fatta dal Royal London Hospital che lo ha in cura.

La disperazione della mamma: “Mio figlio mi stringe ancora la mano”

Diagnosi e verdetti che la madre di Archie, Hollie Dance, aveva invece contestato ripetutamente. “Non penso che a mio figlio venga dato abbastanza tempo. Il suo cuore batte. Mi stringe la mano e, da mamma, so che è ancora vivo”. A criticare la decisione dei giudici è stato anche il “Christian legal centre”, associazione che assiste, dal punto di vista legale, cristiani in difficoltà con la legge secondo la quale è la prima volta, nel Regno Unito, che una persona viene dichiarata “probabilmente morta” soltanto sulla base di una risonanza magnetica. La donna si è detta «disgustata» dall’atteggiamento sia dei medici, sia dei giudici.

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