Rampelli su Scalfari: “Leggevo Secolo e Repubblica, che belle quelle inchieste sulla Nuova Destra”

15 Lug 2022 19:59 - di Redazione
Scalfari

Anche Fabio Rampelli rende omaggio a Eugenio Scalfari, il fondatore di Repubblica morto ieri all’età di 98 anni. Non un “nemico”, nel lessico del vicepresidente della Camera di Fratelli d’Italia, ma un personaggio con tante sfaccettature. “Al liceo andavo con il Secolo d’Italia e la Repubblica in tasca. Perché Repubblica era un quotidiano giovane e curioso, si è guastato col crescere. Scalfari – ha detto Rampelli nel corso di un’intervista a Sky tg24 – era una figura prismatica con tante sfaccettature”.

“Un protagonista della storia italiana anche se aveva idee opposte alle mie. Apprezzai da ragazzo – ha ricordato – talune inchieste sulla nuova destra nascente in Italia e le sue aperture verso la Nouvelle Droite francese, era curioso di capire se sarebbe mai nata in Europa una destra senza torcicollo”. Rampelli si riferisce alle inchieste di Enrico Filippini sulla Nuova Destra dei primi anni Ottanta. Quando c’era voglia di capire più che di demonizzare e la linea non era quella tutta aceto e fiele di un qualunque Verdelli.

“Ricordo – ha detto ancora Rampelli – un monumentale articolo che sembrava scritto da noi sul ritorno della destra studentesca a Valle Giulia”. E ancora l’esponnte di FdI  rammenta le aperture di Giuliano Ferrara dopo l’uccisione di Paolo Di Nella. “Abbiamo i titoli per dire – scrisse Ferrara –  che per noi questa non è la morte di un fascista, ma la morte di un uomo. E di più: di dire che se questo scelse di dirsi fascista e concepì per la sua vita futura di vivere da fascista, ebbene, aveva il diritto di scegliere e di vivere così“.

“Per noi – ha concluso Rampelli -rappresentò la fine di un incubo, una guerra civile strisciante e mai dichiarata che ci vedeva sempre discriminati. Poi magari il giorno dopo – ha concluso – ci davano dei picchiatori… Mille facce, appunto”.

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