Pd, siamo alla farsa. Zingaretti scarica Conte: non è più un riferimento. Ma per Boccia resta “alleato affidabile”

9 Lug 2022 11:16 - di Bianca Conte
Zingaretti Boccia

Pd: poche idee e ben confuse. Nel partito a guida Enrico Letta tutti parlano e ognuno sentenzia verdetti che si contraddicono l’uno con l’altro. L’ultima testimonianza in ordine di tempo arriva da Zingaretti e Boccia, con il primo che azzera con interviste in radio e sui giornali, il giudizio dell’altro. Il caos giallo-verde contagia i protagonista di una fusione a freddo mai così in discussione come nelle ultime ore. E tra mire elettorali e intese di coalizione in bilico, la visione che emerge è a dir poco sfocata. Meglio: nel tentativo di restituire una fotografia dello status quo, gli esponenti in vista del Pd propongono a base e militanti una fotografia più che multifocale, multi-caotica

Zingaretti: «Conte non è più punto riferimento dei progressisti»

Insomma, Zingaretti ingrana la retromarcia, nelle stesse ore in cui Boccia piazza il timone dem a dritta e per fare rotta sull'”avanti tutta”. Il valzer delle dichiarazioni comincia ieri, quando il governatore del Lazio, in un’intervista a Metropolis – la piattaforma on line di Gedi – dichiara, e Repubblica rilancia: «Il Pd ha un imperativo. Spiegare alla gente perché votarci». La domanda, allora, sorge spontanea: e riguarda l’alleato pentastellato e il suo leader di partito che annaspa in grandi difficoltà. Conte è sempre, come Zinga ebbe a definirlo tempo fa, un punto di riferimento dei progressisti? L’occasione della rettifica (smentita?) è servita su un piatto d’argento, e il governatore Pd ci si butta a capo fitto: «Lo dissi in un momento particolare: all’indomani dell’elezione di Conte a premier di una nuova alleanza». Ma «che ora sia punto di riferimento, mi pare una cosa superata. Un dato di fatto, non un giudizio»…

Boccia: «Conte è un alleato serio e affidabile»

Tutto chiaro. Peccato che a stretto giro da cotante affermazioni, Francesco Boccia, sempre dai piani alti del Partito Democratico, ma in questo caso parlando col Corriere della sera, sullo stesso argomento sostenga diametralmente l’opposto. Tanto che afferma: «Conte è un alleato serio e affidabile. Veniamo da una campagna elettorale gomito a gomito nel 70% delle grandi città, che abbiamo vinto anche per l’impegno del Pd nel tenere insieme la coalizione. Sarà inevitabile aprire il confronto su un’agenda sociale comune alle forze progressiste». Passi l’ottimismo sul “confronto”… ma trovare una sintesi sembra davvero ambizioso quanto arduo al limite dell’impossibile. Specie sei i temi e le criticità in agenda sono energia, salario minimo, cuneo fiscale… Tematiche sociali che investono visioni e slancio alla base di una cooperazione che dovrebbe partire quantomeno da una visione comune. Proprio quella che manca nel Pd e, neanche a dirlo, al frantumato Movimento cinque stelle…

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