Pasolini, Pound e un liceo di Lecce: un dialogo teatrale di Giuseppe Puppo in scena a Lecce a metà agosto
11 Lug 2022 17:41 - di Redazione
“C’ero anch’io quella volta che al ‘Palmieri’ venne a trovarci per una conferenza, destinata a rimanere l’ultimo discorso in pubblico, Pier Paolo Pasolini, e quell’incontro, quelle domande e risposte con lui, mi cambiarono la vita. Tanti anni dopo l’ho raccontato nel testo. Io, ‘fascista’ per forza e per reazione, personalmente, ma non politicamente, in quanto impossibile, nel clima dell’epoca, ero segretamente innamorato di una ragazza della scuola, che giocava a fare la rivoluzionaria extraparlamentare di sinistra… Fra le tante scene dello spettacolo, nella magia del Teatro, nella scena finale ritorneremo giovani, io e lei. Una giovane attrice le darà voce e volto”. Così Giuseppe Puppo, 64 anni, direttore del quotidiano online leccecronaca.it., presenta su Fb il suo nuovo spettacolo teatrale “Sono abbastanza grande adesso per diventarti amico“. E con soddisfazione ne parla a noi del Secolo d’Italia, col quale collaborò ai tempi della direzione di Alberto Giovannini e poi di Gennaro Malgieri.
Cominciamo dal titolo. “Sono abbastanza grande adesso per diventarti amico”. Perché questa scelta?
E’ un verso della poesia che Ezra Pound, allora giovane di belle speranze, dedica al suo idolo e già ‘mostro sacro’ della poesia americana Walt Withman per chiedergli un incontro, A pact, che ad un certo punto dice appunto I am old enough now to make friends. Più o meno mezzo secolo dopo, nel 1967, è la stessa poesia che Pier Paolo Pasolini, dopo averla recuperata, manda a Ezra Pound per chiedergli un’intervista, la memorabile intervista televisiva per un programma Rai che poi realizzò e che rimase fondamentale per l’intervistatore, l’intervistato e per l’intera cultura italiana.
E che viene rievocata nello spettacolo…
Già, per gli esiti incredibili per cui i due fanno un corto circuito destra-sinistra, un’esplosione di motivi e personaggi che si risolve in un abbraccio in nome della Cultura e della Bellezza.
Un incontro decisivo, di quelli che cambiano la vita. Come quello fra Pasolini e la Callas e con gli studenti del Liceo Palmieri di Lecce, che tu racconti nello spettacolo…Ma davvero ci fu una storia d’amore fra i due?
Certo che sì. Anche questa scena, come le altre, tutte da me ricostruite sulla base di lunghe ricerche e di materiali inediti e verificati.
Ma Pasolini non era convinto omosessuale?
Certo che sì, convinto e sofferto. Lui amò la Divina a modo suo, per come poteva, per quello che poteva dargli e che infatti le chiese. Per lei invece fu un amore irresistibile, scaturito da tutta una serie di situazioni che, senza con ciò voler fare psicologia all’acqua di ciclamini, lo spiegano e anzi lo sostanziano.
C’è anche, alla fine una tua storia d’amore giovanile…
Dopo aver raccontato l’incontro di Pier Paolo Pasolini, con gli studenti del Liceo Classico Palmieri, fra i quali c’ero anche io, nel 1975, la sua ultima conversazione pubblica, pochi giorni prima che morisse, racconto nell’ultima scena lo scontro mio con lei…
Sempre amore sarà stato…
Certo che sì, vero amore, anzi, di più, un amore perfetto. Credo che la perfezione esista, che la perfezione esista anche in amore e che l’amore perfetto sia quello che non si consuma, che non si sporca, che rimane inespresso perché impedito.
E che tu non hai dimenticato…
Non è difficile dimenticare quello che non hai avuto, è difficile dimenticare la tristezza che te ne rimane.
Dedicato a lei…
No no, lo spettacolo è dedicato in memoriam a Giorgio Albertazzi. Scrissi il copione nel 2010, ne trassi una rappresentazione teatrale che da Torino, dove allora risiedevo, portai in giro in una dozzina di date in tutto il Piemonte in una riduzione limitata, se non raffazzonata, col titolo “Scene di incontri decisivi”. Fu notato inseguito e apprezzato dal Mastro Giorgio Albertazzi, che volle il copione integrale e decise di volerlo metterlo in scena, con egli stesso nei panni di Ezra Pound, o almeno lo programmò per le prossime sue produzioni e regie. Purtroppo aveva già impegni imminenti e numerosi per le sue condizioni di salute e la morte gli ha impedito di realizzarlo. Ma ho fatto in tempo a recepirne a voce le osservazioni e le modifiche, che sono venute buone adesso.
Questa di adesso è la versione integrale originaria?
Sì, con i consigli del Maestro applicati, e ci sono inoltre le interpretazioni live di testi poetici pasoliniani, che affidiamo ad un’attrice in scena, in una scelta volutamente provocatoria.
Debutto quando?
In prima assoluta, con la Compagnia Scena Muta, per la regia di Maria Antonietta Vacca, a Lecce, al Chiostro dei Teatini, domenica 14 agosto, ore 21.00. Il Salento è ormai diventato l’ombelico del mondo del turismo. Se per quella data sarete qui, venite a vederci.
E’ un verso della poesia che Ezra Pound, allora giovane di belle speranze, dedica al suo idolo e già ‘mostro sacro’ della poesia americana Walt Withman per chiedergli un incontro, A pact, che ad un certo punto dice appunto I am old enough now to make friends. Più o meno mezzo secolo dopo, nel 1967, è la stessa poesia che Pier Paolo Pasolini, dopo averla recuperata, manda a Ezra Pound per chiedergli un’intervista, la memorabile intervista televisiva per un programma Rai che poi realizzò e che rimase fondamentale per l’intervistatore, l’intervistato e per l’intera cultura italiana.
E che viene rievocata nello spettacolo…
Già, per gli esiti incredibili per cui i due fanno un corto circuito destra-sinistra, un’esplosione di motivi e personaggi che si risolve in un abbraccio in nome della Cultura e della Bellezza.
Un incontro decisivo, di quelli che cambiano la vita. Come quello fra Pasolini e la Callas e con gli studenti del Liceo Palmieri di Lecce, che tu racconti nello spettacolo…Ma davvero ci fu una storia d’amore fra i due?
Certo che sì. Anche questa scena, come le altre, tutte da me ricostruite sulla base di lunghe ricerche e di materiali inediti e verificati.
Ma Pasolini non era convinto omosessuale?
Certo che sì, convinto e sofferto. Lui amò la Divina a modo suo, per come poteva, per quello che poteva dargli e che infatti le chiese. Per lei invece fu un amore irresistibile, scaturito da tutta una serie di situazioni che, senza con ciò voler fare psicologia all’acqua di ciclamini, lo spiegano e anzi lo sostanziano.
C’è anche, alla fine una tua storia d’amore giovanile…
Dopo aver raccontato l’incontro di Pier Paolo Pasolini, con gli studenti del Liceo Classico Palmieri, fra i quali c’ero anche io, nel 1975, la sua ultima conversazione pubblica, pochi giorni prima che morisse, racconto nell’ultima scena lo scontro mio con lei…
Sempre amore sarà stato…
Certo che sì, vero amore, anzi, di più, un amore perfetto. Credo che la perfezione esista, che la perfezione esista anche in amore e che l’amore perfetto sia quello che non si consuma, che non si sporca, che rimane inespresso perché impedito.
E che tu non hai dimenticato…
Non è difficile dimenticare quello che non hai avuto, è difficile dimenticare la tristezza che te ne rimane.
Dedicato a lei…
No no, lo spettacolo è dedicato in memoriam a Giorgio Albertazzi. Scrissi il copione nel 2010, ne trassi una rappresentazione teatrale che da Torino, dove allora risiedevo, portai in giro in una dozzina di date in tutto il Piemonte in una riduzione limitata, se non raffazzonata, col titolo “Scene di incontri decisivi”. Fu notato inseguito e apprezzato dal Mastro Giorgio Albertazzi, che volle il copione integrale e decise di volerlo metterlo in scena, con egli stesso nei panni di Ezra Pound, o almeno lo programmò per le prossime sue produzioni e regie. Purtroppo aveva già impegni imminenti e numerosi per le sue condizioni di salute e la morte gli ha impedito di realizzarlo. Ma ho fatto in tempo a recepirne a voce le osservazioni e le modifiche, che sono venute buone adesso.
Questa di adesso è la versione integrale originaria?
Sì, con i consigli del Maestro applicati, e ci sono inoltre le interpretazioni live di testi poetici pasoliniani, che affidiamo ad un’attrice in scena, in una scelta volutamente provocatoria.
Debutto quando?
In prima assoluta, con la Compagnia Scena Muta, per la regia di Maria Antonietta Vacca, a Lecce, al Chiostro dei Teatini, domenica 14 agosto, ore 21.00. Il Salento è ormai diventato l’ombelico del mondo del turismo. Se per quella data sarete qui, venite a vederci.
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