Nuovo giallo sulla morte di Ilaria Alpi: ucciso il somalo condannato e incarcerato per 17 anni e poi assolto

6 Lug 2022 16:06 - di Leo Malaspina

E’ rimasto ucciso da una bomba piazzata sotto il sedile della sua auto a Mogadiscio il miliziano somalo Omar Hashi Hassan, condannato a 26 anni e poi assolto dalla Corte d’Appello di Perugia per l’omicidio della giornalista della Rai Ilaria Alpi e dell’operatore tv Milan Hrovatin del 20 marzo 1994. A riportare la notizia è un tweet del sito di notizie somalo Garowe Online.ù

Ilaria Alpi e l’ingiustizia detenzione del somalo

Hassan venne rilasciato nel 2016, dopo aver scontato 17 anni di carcere in Italia: per l’ingiusta detenzione la Corte d’Appello di Perugia dispose un risarcimento di tre milioni e 181mila euro. “Ho perso 17 anni della mia vita in carcere da innocente”, commentò all’epoca, appellandosi ai giudici di Roma perché non archiviassero “l‘inchiesta sui depistaggi che ci sono stati dopo l’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin”, che lo avevano portato in carcere sulla base di false accuse. “Non possono proprio archiviare e non far venir fuori la verità”, sottolineò ricordando che di ampi depistaggi si era parlato nella sentenza d’assoluzione emessa dalla Corte d’Appello di Perugia.

Hashi Omar Hassan ucciso dai terroristi islamici?

“Sono stati i terroristi islamici, nessun dubbio. Lo hanno ammazzato a scopo di estorsione. Sono persone in cerca di soldi e se non sei d’accordo con loro ti uccidono”, secondo l’avvocato Antonio Moriconi, difensore per 20 anni insieme con il collega Douglas Duale di Hashi Omar Hassan, l’uomo che è stato detenuto in carcere per quasi 17 anni per l’omicidio di Ilaria Alpi e Milan Hrovatin.

“Il processo di revisione ha provato la sua completa estraneità ai fatti” spiega l’avvocato. “Abbiamo ricevuto la notizia della morte di Hashi da alcune nostre fonti locali. Il clan a cui apparteneva Hashi ha legami con il nuovo governo. Lui, da quando era tornato in libertà, dopo il processo che lo aveva scagionato, voleva fare qualcosa per il suo Paese. Sognava di inserirsi nel settore dell’import-export. Faceva a volte tappa in Italia, ma andava anche in Svezia dalla figlia e poi da amici in altre città d’Europa“.

Per l’ingiusta detenzione l’Italia ha risarcito Hashi con oltre 3 milioni di euro. “E’ una cifra alta e dovuta a tutto il carcere che è stato fatto patire ad un innocente – prosegue Moriconi – Quei soldi però lo hanno ammazzato. Perché i terroristi lo hanno saputo ed evidentemente, dopo che lui non ha ceduto a qualche estorsione, lo hanno fatto saltare in aria. La tecnica dell’attentato dice tutto”.

“Ho incontrato Hashi per l’ultima volta due mesi fa, eravamo a mangiare insieme. L’Italia non era casa sua, lui sognava e parlava sempre di Mogadiscio, di quello che avrebbe voluto fare, dell’artigianato, delle imprese. Lui, la sua famiglia, il clan al quale apparteneva, voleva che la Somalia tornasse stabile”. Hashi Omar Hassan “in Italia venne assolto in primo grado, poi condannato in appello all’ergastolo ed arrestato in aula. Il dato sicuro è che lui con Ilaria e Miran non c’entrava nulla”.

Ancora aperto un fascicolo d’indagine sul duplice omicidio

E’ ancora aperto alla Procura di Roma un fascicolo di indagine sull’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, avvenuto il 20 marzo del 1994 a Mogadiscio, in Somalia. I pm nel settembre del 2019 avevano sollecitato per la seconda volta l’archiviazione del procedimento, richiesta alla quale però si sono opposti le parti offese: i familiari della giornalista del Tg3, la Federazione Nazionale della Stampa, Usigrai e Ordine dei Giornalisti. Il gip ha quindi respinto la richiesta della Procura disponendo nuove attività istruttorie, indicando una dozzina di punti da approfondire.

Tra l’altro, il giudice ha chiesto ai pm di ascoltare i vertici dell’Aisi, di effettuare accertamenti in relazione al ritardo con cui venne trasmessa da Firenze, nell’aprile del 2018, la trascrizione di una intercettazione tra due cittadini somali in cui i due parlando di quanto avvenuto a Mogadiscio affermano che Ilaria “è stata uccisa dagli italiani”. Il giudice ha disposto inoltre di acquisire gli atti relativi al fascicolo di indagine sulla morte del giornalista Mauro Rostagno, ucciso dalla mafia nel 1988, per verificare eventuali punti di contatto tra le due vicende, in particolare sul traffico d’armi.

La Fnsi: “Si riaprano le indagini su Ilaria Alpi e Miran Hrovatin”

La Federazione Nazionale della Stampa Italiana, l’Ordine dei Giornalisti e l’Usigrai, per il tramite dell’avvocato Giulio Vasaturo, depositeranno nelle prossime ore una richiesta al Pubblico Ministero presso la Procura di Roma, all’Ambasciata italiana a Mogadiscio ed all’Ambasciata somala in Italia, per sollecitare indagini mirate sulle dinamiche dell’attentato in cui ha perso la vita Hashi Omar Hassan, anche al fine di verificare l’esistenza di un eventuale collegamento fra questo efferato delitto e l’inchiesta, tuttora in corso, sull’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, avvenuto il 20 marzo 1994.

“Siamo molto turbati dalla tragica uccisione di Hashi” ha osservato l’avvocato Giulio Vasaturo. “Non possiamo non riscontrare la sconcertante ricorrenza di morti misteriose che lega tanti protagonisti dell’inchiesta giudiziaria sul caso Alpi-Hrovatin. Poco dopo aver testimoniato in Italia, fu rinvenuto in un albergo di Mogadiscio il cadavere di Ali Abdi, l’autista di Ilaria, deceduto in circostanze mai chiarite. Starlin Arush, attivista somala, amica dell’inviata del Tg3, è stata invece uccisa da un commando di sicari, nei pressi di Nairobi, nel 2003. Faremo di tutto affinché le autorità italiane e somale collaborino fattivamente per far luce sullo scenario che si cela dietro l’uccisione di Hashi Omar Hassan e per fare chiarezza su questa serie di inquietanti delitti che si protrae, ininterrotta, da circa trent’anni”.

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