Ilaria Alpi, il gip dispone nuove indagini e rigetta la richiesta di archiviazione
Nuove indagini e rigetto della richiesta di archiviazione per l’omicidio della giornalista Ilaria Alpi e dell’operatore tivvù Miran Hrovatin, uccisi in un agguato il 20 marzo del 1994 a Mogadiscio, in Somalia.
Lo ha deciso il gip di Roma, Andrea Fanelli. Che ha respinto la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura. E ha disposto nuove indagini sull’omicidio della giornalista Ilaria Alpi.
Fnsi, Ordine dei giornalisti e Usigrai contro l’archivizione
I familiari della giornalista si erano espressi contro l’archiviazione. Così come avevano fatto Fnsi, Usigrai e Ordine dei giornalisti, rappresentati dall’avvocato Giulio Vasaturo.
Ilaria Alpi e Miran Hrovatin vennero assassinati mentre si trovavano in auto, assieme all’autista e a un uomo di scorta, entrambi somali, nei pressi dell’ambasciata italiana a Mogadiscio. Stavano tornando da Bosaso, una cittadina somala dove avevano incontrato il sultano di Bosaso, Abdullahi Moussa Bogor, il quale avrebbe raccontato loro dei rapporti che esistevano negli anni ’80 fra l’Italia e l’allora presidente Siad Barre.
Quelle accuse false sull’omicidio Ilaria Alpi contro Hassan
Dell’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin venne accusato il somalo Hashi Oman Hassan. A puntare il dito contro di lui fu Ahmed Ali Rage, detto Gelle, il quale sosteneva di essersi trovato sul luogo del delitto e di aver assistito alla sparatoria riconoscendo Hashi Oman Hassan.
Era stato l’ambasciatore italiano in Somalia, Giuseppe Cassini, a rintracciare colui che sosteneva essere un testimone diretto del duplice omicidio.
Nel gennaio 1998, Hashi Oman Hassan venne portato in Italia, assieme ad altrii 10 somali e, poi, arrestato.
Processato con l’accusa di concorso in omicidio volontario aggravato per la morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, Hashi Omar Hassan ha ricevuto l’assoluzione in primo grado.
Due testimoni scagionarono il presunto omicida di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin
Due testimoni dimostrarono che il presunto assassino di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin quel giorno si trovava, in realtà, ad Haji Ali, a duecento chilometri di distanza da Mogadiscio. Era in visita a un familiare gravemente malato.
Ma Hassan restò, comunque, in carcere perché accusato di violenza sessuale contro una donna. Accusa da cui sarà poi prosciolto.
Il suo accusatore, Gelle, intanto, si era reso uccel di bosco.
In secondo grado la sentenza si ribalta. E per Hassan ci fu la condanna all’ergastolo per duplice omicidio volontario, con l’aggravante della premeditazione.
Condannato a 26 anni, poi assolto: 17 anni di carcere da innocente
La Cassazione confermò parzialmente la sentenza rinviando a un appello bis per ciò che concerneva l’aggravante della premeditazione non ritenendola sussistente.
Al processo d’appello bis, Hassan venne condannato a 26 anni di reclusione senza la premeditazione.
La svolta clamorosa arriva il 16 ottobre 2016. I magistrati assolvono Hashi Omar Hassan perché Gelle viene considerato inattendibile. Il somalo ha scontato da innocente 17 dei 26 anni di carcere comminati.
Il 3 luglio 2017 la Procura di Roma chiede l’archiviazione del procedimento. Il motivo? L’impossibilità di accertare l’identità dei killer e il movente del duplice omicidio. Oggi la decisione del gip. Che chiede di acquisire anche i documenti dell’omicidio Rostagno.