M5S, «Togliamo il disturbo»: Castellone annuncia al Senato che i grillini non partecipano al voto di fiducia

20 Lug 2022 19:32 - di Redazione

Il M5S non parteciperà al voto di fiducia sulla risoluzione Casini, per il proseguimento del governo Draghi. Ad annunciarlo è stata la capogruppo, Mariolina Castellone, al termine di un intervento che ha mantenuto i consueti toni vittimisti assunti dai pentastellati nel corso di questa crisi e giunto dopo che già Lega e Forza Italia avevano annunciato la non partecipazione al voto. «Prendiamo atto che l’idea che è venuto meno il patto di fiducia è condivisa anche da altre forze di maggioranza che  vogliono il M5S fuori dal governo», ha detto Castellone, aggiungendo che «togliamo il disturbo».

La decisione di M5S, Forza Italia e Lega di non partecipare al voto, pallottoliere alla mano, dovrebbe far mancare il numero legale per la votazione. Circostanza per la quale Draghi, secondo quanto emerso, potrebbe recarsi direttamente al Quirinale.

«Lei – ha recriminato Castellone – non ha risposto alle nostre domande e alcune forze politiche hanno continuato ad attaccarci». «Sapevamo che la nostra agenda sociale era lo spauracchio del centrodestra e ne abbiamo avuto la conferma. Queste posizioni ci obbligano a prendere atto che il problema siamo noi», ha sottolineato la capogruppo del M5S, lamentando la mancanza delle «condizioni minime lealtà» nei loro confronti e anticipando l’uscita dall’aula.

Castellone aveva aperto il suo intervento ribadendo la tesi pentastellata di una crisi non aperta da loro, ma da Draghi, che aveva rassegnato le dimissioni nonostante avesse ampi numeri di maggioranza e il M5S non avesse votato contro il governo, ma si fosse limitato a non votare un provvedimento. L’ha concluso addossando la responsabilità della rottura al centrodestra, che, emerge dalla parole di Castellone si sarebbe giovato di un trattamento di favore, insieme alle altre forze di maggioranza. «Lei – ha detto la grillina rivolgendosi a Draghi – ha detto che un governo di alto profilo non deve identificarsi con nessuna forza politica. Noi aggiungiamo che un governo di alto profilo non dovrebbe schierarsi nettamente contro una forza politica come invece è stato fatto». La sindrome di Calimero è servita.

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