L’Aquila accoglie le ragazze della nazionale di ciclismo in fuga dall’Afghanistan. L’orgoglio di Biondi

27 Lug 2022 19:16 - di Alessandra Parisi

L’Aquila accoglie la nazionale di ciclismo in fuga dall’Afghanistan dei talebani. Sono in 61 –  tra atlete, staff tecnico e accompagnatori – e fanno parte della Nazionale femminile di ciclismo afghana, arrivata in Italia attraverso un corridoio umanitario. Il team è atteso per stasera nel capoluogo abruzzese. E verrà ospitato in alcuni degli alloggi del progetto Case. Il sindaco de L’Aquila, Pierluigi Biondi, ha accolto personalmente all’aeroporto di Fiumicino le donne e gli uomini. Che attraverso un volo speciale hanno raggiunto l’Italia dal Pakistan Paese nel quale  hanno trovato protezione a seguito della restaurazione del regime talebano in Afghanistan.

L’Aquila accoglie le ragazze della nazionale di ciclismo in fuga dai talebani

A marzo, invece, l’amministrazione comunale aveva attivato una importante macchina della solidarietà. Che ha consentito di fornire ospitalità a circa 60 rifugiati provenienti dall’Ucraina. Tra componenti della Nazionale U23 e Juniores di ciclismo e calciatori delle formazioni giovanili della Dinamo Kiev. Oltre alle relative équipe di assistenti e allenatori. “Siamo orgogliosi di poter essere parte attiva di un corridoio umanitario straordinario. Dedicato a garantire un rifugio sicuro e certezze alle ragazze della Nazionale di ciclismo afghana. E allo staff tecnico che agli occhi del regime hanno la sola “colpa” di voler praticare sport”, ha detto il primo cittadino di Fratelli d’Italia.

Biondi: siamo orgogliosi del corridoio umanitario

“Per questo motivo il ritorno a casa può rappresentare un rischio persino della stessa vita per molte e molti di loro. L’Aquila metterà a disposizione una quota degli alloggi antisismici realizzati nel post terremoto. Confermando il modello di accoglienza e inclusione sociale già attuato negli ultimi mesi- Con l’ospitalità offerta agli atleti della Nazionale giovanile di ciclismo ucraina e ai giovani calciatori della Dinamo Kiev, in fuga dalla guerra. E che attualmente vivono in alcuni degli appartamenti del progetto Case. Non dimentichiamo l’enorme solidarietà ricevuta dalla comunità nazionale e internazionale all’indomani del terremoto del 6 aprile 2009. Ed è naturale restituirla, con lo stesso spirito di collaborazione e sentimenti di amicizia”.

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