Jerry Harris, il divo di Netflix si rivela “pedofilo seriale”: condannato a 12 anni per abusi sessuali su minori
Scoppia lo scandalo su un’altra stella della tv. Jeremiah “Jerry” Harris, una delle star della docu-serie Cheer di Netflix è stato condannato per crimini sessuali contro minori. L’attore, secondo quanto riferisce il sito della Bbc, dovrà scontare 12 anni di carcere. La notizia, sebbene sia la cronaca di una sentenza annunciata, suscita sconcerto e indignazione, e si aggiunge a quella che sembra essere diventata una interminabile serie di oltraggiosi precedenti osceni che negli ultimi anni hanno terremotato il dorato mondo dei vip.
La star di Netflix Jerry Harris condannato a 12 anni per abusi sessuali su minori
Poca sorpresa, dunque, ma grande sconcerto e tanta indignazione contro Harris. L’ex divo di Cheer, a febbraio si era dichiarato colpevole dell’accusa di pedopornografia, confessando anche di aver attraversato i confini di Stato allo scopo di fare sesso con un minore. Non solo. Non pago, Harris ha ammesso anche di aver scambiato foto oscene con 10-15 ragazzini. Un accusato eccellente e un orco seriale, praticamente, che la giustizia Usa ha pensato bene di condannare anche a otto anni di libertà vigilata dopo il carcere.
L’indagine scattata dalla denuncia della madre di due gemelli
L’indagine è partita con la denuncia di una madre del Texas, che ha accusato Harris di aver abusato dei suoi figli gemelli. I ragazzi, che ora hanno 16 anni, erano presenti all’udienza di condanna a Chicago, secondo quanto riferisce Usa Today. Ognuno di loro ha rilasciato dichiarazioni, descrivendo le conseguenze degli abusi di Harris. Al momento della sua ammissione di colpevolezza, gli avvocati di Harris hanno affermato che il loro assistito voleva «assumersi la responsabilità delle sue azioni e affermare pubblicamente il suo rimorso per il danno che ha causato alle vittime».
L’accusa ai difensori di Jerry Harris: «Un trauma passato non è un assegno in bianco per commettere reati»
I legali hanno chiesto che la pena non superasse i sei anni di prigione, sostenendo che la sua stessa esperienza di bambino maltrattato «ha deformato» la sua percezione dei rapporti. L’accusa però, di contro, aveva chiesto 15 anni di carcere, affermando che il suo trauma passato «non poteva essere un assegno in bianco per commettere reati sessuali contro minori»…