Il presidente della Fondazione Einaudi: «Giorgia Meloni non è fascista, fatevene una ragione»
«È giunto il momento di dire basta. Basta alla semplificazione e alla demonizzazione dell’avversario politico. Torniamo al pluralismo delle idee e al rispetto reciproco». È l’appello lanciato da Giuseppe Benedetto, presidente della Fondazione Luigi Einaudi, in un articolo pubblicato sul quotidiano La Ragione. La riflessione è stata suscitata dalle polemiche scatenate intorno a un tweet pubblicato dalla stessa Fondazione in merito alla proposta politica di FdI e della sua leader Giorgia Meloni. «Al solo affermare che Giorgia Meloni non potesse essere chiamata fascista, attacchi sistematici, e a tratti violenti, si sono abbattuti sul profilo social della Fondazione che ho l’onore di presiedere», ha spiegato Benedetto, chiarendo di non scrivere per «trovar conforto» e di conoscere bene «il fenomeno dei troll».
Benedetto: «Basta con la demonizzazione, si torni al rispetto»
«Vorrei riflettere sulla degenerazione che ci avvolge, di cui mi sento anche io parte. Da liberale, condivido poco o nulla del programma di FdI», ha quindi sottolineato Benedetto, spiegando di trovarsi distante da Meloni su temi come la concorrenza, il processo di integrazione europea, la sovranità nazionale. «La divisione non potrebbe essere più netta. Le differenze radicali che vi sono tra noi, tuttavia, non mi impediscono di riconoscere dignità alla sua proposta politica e anche ai progressi che ha fatto in questi anni», ha avvertito il presidente della Fondazione Einaudi, per il quale «durante l’ultimo trentennio, straziati dalla fictio centrodestra-centrosinistra, ci siamo buttati addosso fango e ingiurie: Comunisti! Fascisti!».
«Meloni non è fascista, fatevene una ragione»
«Forse, è giunto il momento di dire basta. Basta alla semplificazione e alla demonizzazione dell’avversario politico. Torniamo – ha esortato Benedetti – al pluralismo delle idee e al rispetto reciproco». «Allora torniamoci sopra: Giorgia Meloni è una fascista? Sicuramente no», ha proseguito il presidente della Fondazione Einaudi, ammettendo che vorrebbe convincere «quel 24% di cittadini italiani che credono nella destra italiana» del fatto che quella, a suo avviso, non è una buona opzione e del perché dovrebbe guardare alle proposte liberali, perché questo «è, molto semplicemente, il gioco della democrazia». «E comunque – ha concluso – Giorgia Meloni non è fascista. Fatevene una ragione».