Il M5S è ormai un’assemblea studentesca. E Conte è sempre più il supplente della sesta ora

18 Lug 2022 12:49 - di Michele Pezza
Conte

Giorno dopo giorno, ora dopo ora, il M5S va biodegradandosi fino ad assumere le sembianze di un’assemblea permanente, rito molto noto agli studenti degli anni ’60 e ’70, spesso preludio di scioperi e okkupazioni. I grillini sembrano rinverdire quei vecchi fasti, tanto è vero che la riunione congiunta di deputati e senatori si è autoconvocata per le 14 di oggi. Più che un incontro politico, una seduta di autocoscienza collettiva. Ironie a parte, sotto il profilo politico lo psicodramma grillino sta rivelando tutta l’evanescenza della leadership di Giuseppe Conte. Non s’era mai visto un capo politico ricevere tante accuse di segno opposto.

Deputati e senatori torneranno a riunirsi alle 14

C’è chi lo descrive come assente e chi come troppo presente. Per alcuni lascia troppo fare, per altri è interessato solo a tessere la tela del proprio potere interno. Chi ha ragione? Probabilmente, la verità è nel mezzo. Nel senso che Conte ben merita entrambe le accuse. E proprio questa singolare circostanza esclude che, a prescindere da come finirà la vicenda della crisi di governo, possa essere lui il futuro leader di quel che resta dei 5Stelle. Due anni e più passati come premier a Palazzo Chigi più i circa 18 mesi trascorsi come azionista di maggioranza dell’unità nazionale, ne rendono improbabile la conversione in capo movimentista e di opposizione.

Non è Conte il leader grillino del futuro

Sarebbe un po’ come pretendere da una fabbrica di accendini di sfornare cannoni all’improvviso. C’è una catena di montaggio per tutto e quella di Conte non prevede la produzione di materiale bellico. Lui è piuttosto l’uomo della mediazione, del rinvio, del galleggiamento. Lo si potrebbe definire un democristiano che ha sbagliato parrocchia. Tanto più se si pensa che i 5Stelle stretti (si fa per dire) intorno a lui smaniano per rituffarsi nella sorgente delle origini. Operazione difficile per chiunque, addirittura proibitiva per Conte. Che farebbe invece un capolavoro se dopo aver estratto i residui grillini dalla cattività draghiana, ne affidasse la guida a Di Battista. Dopo tutto, traghettare è meglio che  affondare.

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