Giovanni Storti: io Aldo e Giacomo non potremmo più fare le gag degli inizi, non si può più dire niente
Il politicamente corretto uccide la comicità e danneggia l’arte. «Ultimamente non si può dire più niente»: lo afferma Giovanni Storti, del Trio Aldo, Giovanni e Giacomo che sta girando un film in uscita a Natale. La conclusione a cui giunge è netta: certe gag del trio oggi non si potrebbero più fare.
«La comicità – afferma Giovanni in un’intervista al Giornale – è un modo parallelo di vedere la realtà, un modo dissacrante e alle volte un po’ cattivo. La linea tra garbo e fastidio è sottile, ma penso che il politicamente corretto non sia applicabile alla comicità, anzi la distrugge. Noi abbiamo fatto delle cose che forse non si potrebbero più fare: al Circo di Paolo Rossi picchiavo Giacomo che era privo di braccia e gambe, abbiamo sparato agli animali e oggi ti ammazzerebbero, poi con il dottor Alzheimer abbiamo trattato temi spinosi in modo incredibile. Forse siamo riusciti a tenere un livello di comicità non così cattiva, pur trattando temi in modo cattivo. Però ultimamente non puoi dire niente, è vero. Ci sono questi gruppi… Penso agli animalisti: io amo la natura più di ogni cosa, poi fingi di dare un calcio a un gatto e ti attaccano come se fossi un delinquente. Forse vogliono farsi vedere, ma ti impediscono di dire qualsiasi cosa». Un ragionamento apprezzato da Giorgia Meloni che sulla sua pagina Fb ha commentato le parole di Giovanni Storti: “Viva la comicità libera e senza deliri ideologici”.
Giovanni Storti non è certo il primo comico che lamenta il taglia e cuci del politicamente corretto. Lo ha fatto di recente Lino Banfi: Penso che questa ossessione per la correttezza politica sia un po’ esagerata. Certo, le cose sono cambiate tantissimo, se pensa che io ho iniziato a esibirmi facendo le imitazioni di Nat King Cole e Louis Armstrong. Mi mettevo una calza nera in testa e sembravo ancora più brutto di quel che sono. Se uno facesse una cosa simile oggi lo massacrerebbero».
Anche Christian De Sica ha più volte lamentato la censura che “castra” la comicità, facendo l’elenco delle battute che non si possono più fare. E Pio e Amedeo, da qualche anno sulla cresta dell’onda, hanno edificato il loro successo proprio sullo sberleffo al politicamente corretto e sulla promessa che nei loro spettacoli le parole proibite ci sono e ci saranno.