Gelmini abbraccia Calenda: “Vediamoci”. E lui: “Con grande piacere”. Lascia anche l’azzurra Giusy Versace
“Ho letto il manifesto di Azione. Europeismo e atlantismo, infrastrutture, Pnrr, industria 4.0, revisione del reddito di cittadinanza. È l’agenda Draghi ed è quello che serve all’Italia. Carlo Calenda io ci sono, vediamoci“. Lo scrive su Twitter Maria Stella Gelmini. Alla ministra, ormai ex Forza Italia, ha subito replicato il leader di Azione sempre via Twitter: “Con grande piacere”. Accade tutto via social, ma non è che la conferma di ciò che tutti si aspettavano. Con grande costernazione di Antonio Tajani, il quale non si capacita di come sia possibile “passare da fare il ministro di Fi a fare il piccolo comprimario della sinistra…“.
Calenda intanto imbarca Emma Bonino, apre a Letta (“persona seria”) e chiude a Di Maio (“Di Maio chi?”) e trova il tempo per annunciare che vorrebbe abolire la legge Bossi-Fini. “Noi pensiamo che bisognerebbe abolire la Bossi-Fini. Abbiamo bisogno di immigrati, di integrarli. Questo non vuol dire immigrazione incontrollata, è il contrario. Se c’è una Agenzia che gestisce i flussi, aumenta la sicurezza del Paese”.
Forza Italia perde nel frattempo un altra deputata. Si tratta di Giusy Versace, anche lei in preda a profondi travagli dopo la caduta di Draghi che, non dimentichiamolo, significa anche la caduta di questo Parlamento con relativa elezione di un altro Parlamento con meno seggi a disposizione. “Confesso – dice Giusy Versace annunciando l’addio a Forza Italia – di aver vissuto questi giorni con dispiacere e disagio personale. Quando il presidente Mattarella, un anno e mezzo fa, ci chiamò tutti ad una condotta di responsabilità verso il Paese, votai convintamente la fiducia a Draghi, orgogliosa del fatto che proprio il presidente Berlusconi si fosse speso tanto perché fosse lui a guidarci. Da inguaribile ottimista ho creduto che quel senso di responsabilità”.
“Al mio dispiacere -sottolinea Versace, campionessa paraolimpica prestata alla politica – si aggiunge l’amarezza di vedere isolati e non coinvolti, in questa fase delicata, i nostri ministri Gelmini, Brunetta e Carfagna. Il loro lavoro, riconosciuto e apprezzato non solo da me, meritava più rispetto a prescindere dalle scelte personali maturate, certamente, con non poca sofferenza. Sono stati usati toni e termini che non mi rappresentano, lanciati immotivati e gratuiti attacchi personali, anche sull’aspetto fisico, che sono la negazione dei principi in cui credo e che ho creduto fossero il fondamento anche per FI”.