Approvato odg di FdI: «Basta impunità per i criminali rifugiati in Francia. Reagire a questa ingiustizia»
Soddisfazione di FdI per approvazione dell’odg in Senato sugli ex Br. «Fratelli d’Italia esprime soddisfazione per l’approvazione dell’ordine del giorno che abbiamo presentato al Trattato del Quirinale, accolto dal governo, in seguito alla decisione della Corte di Appello di Parigi dello scorso 29 giugno che ha negato l’estradizione di dieci terroristi comunisti rifugiatisi in Francia».
FdI, Balboni: «I criminali rifugiati in Francia non devono godere di impunità»
Il senatore di Fratelli d’Italia, Alberto Balboni spiega che «con questo odg chiedevamo al governo di favorire una piena ed effettiva esecuzione della cooperazione internazionale in materia di giustizia, così come previsto dallo stesso Trattato. Bisogna reagire nel modo più fermo a questa ingiustizia ponendo con decisione una questione imprescindibile: i criminali rifugiati in Francia non devono godere di alcuna impunità. Ora il via libera a questo odg rappresenta un’ulteriore occasione per chiudere questa tragica pagina della storia nazionale degli anni di piombo, mettendo fine una volta per tutte alla “dottrina Mitterrand” che cerca di giustificare in qualche modo questi crimini dietro un falso paravento della loro natura di ispirazione politica».
L’ordine del giorno di FdI
L’ordine del giorno è stato firmato dai senatori Balboni, Ciriani, Rauti, Calandrini, De Bertoldi, De Carlo, Drago, Fazzolari, Garnero Santanché, Iannone, La Pietra, la Russa, Maffoni, Malan, Nastri, Petrenga, Ruspandini, Totaro, Urso e Zaffini.
«Lo scorso 29 giugno la Corte d’Appello di Parigi – si legge nell’odg – ha deciso negare l’estradizione dei dieci ex terroristi italiani rifugiati in Francia, Giorgio Pietrostefani, Marina Petrella, Luigi Bergamin, Enzo Calvitti, Maurizio Di Marzio, Roberta Cappelli, Sergio Tornaghi, Narciso Manenti, Giovanni Alimonti, Raffaele Ventura, arrestati a Parigi nel 2021. Si tratta di persone – si legge – che, per la giustizia italiana, devono scontare condanne passate in giudicato per omicidi e altri reati legati al terrorismo eversivo, consumati negli “anni di piombo”».
Il diniego della giustizia francese
Tra le motivazioni sulle quali «sarebbe fondato il diniego della giustizia francese, il richiamo agli articoli 6 e 8 della Convenzione Europea dei diritti dell’uomo che stabiliscono il diritto di ogni imputato ad un equo processo e il rispetto alla vita privata dell’imputato».
Questa vicenda, concludono i senatori di FdI, «rappresenta una storica ferita, oltre che, in primis, per i familiari delle vittime dei crimini e dei delitti in argomento, anche per la coscienza collettiva nazionale».