Cacciari: «Mattarella non ci manderà mai al voto. La sinistra è finita, uscirà fuori un nuovo partito»

15 Lug 2022 9:56 - di Eugenio Battisti

Sergio Mattarella non scioglierà mai le Camera. Massimo Cacciari, intervistato da La Stampa, è convinto che il capo dello Stato “in queste condizioni non porterà l’Italia al voto”. Anche il filosofo si unisce al coro di chi ritiene che le elezioni anticipate siano un danno. È necessario un governo che eviti il rischio default e quello di disordini sociali.

Cacciari: Mattarella non ci manderà mai a votare

Draghi fa sul serio? O tornerà sui suoi passi? “Dice, e mi scuso per il francesismo, che si è rotto i coglioni? Può essere. Oppure può essere che voglia un chiarimento definitivo. Sarebbe il minimo sindacale. Ma allora lo dica. Dica che nel suo governo c’è un clima di sfiducia e di contraddizioni che non sono più tollerabili. Dica che così è impossibile affrontare la tormenta che ci aspetta in autunno. Che è meglio votare prima. Provi a comunicare qualcosa che sia comprensibile per i cittadini. L’impressione è che proprio non gli passi per la mente”.

Dopo Draghi vedrei bene Giuliano Amato

L’ex sindaco di Venezia, fustigatore della sinistra degli ultimi anni, adombra qualche ipotesi per il post crisi. Un nome buono per la sua successione del premier dimissionario potrebbe essere quello di Giuliano Amato.“Lo vuole anche Berlusconi”, dice, preoccupato per i risparmi degli italiani. “Se viene un governo che non ha sufficienti rapporti con l’Unione europea il paese va in default”.  E tutto questo per Conte? Forza, non prendiamoci per i fondelli”. Cacciari non crede alla storiella dei capricci dei 5Stelle. “C’è stata una catastrofe all’interno del movimento. Anzi, mi correggo, del fantasma dei 5Stelle. Perché i 5Stelle non esistono più. Conte ha cercato un suo spazio di autonomia da giocare contro Di Maio. Scatenando una tempesta nel bicchier d’acqua già spaccato del suo movimento. Ma dietro la reazione di Draghi ci deve essere qualche retroscena che mi sfugge”.

Il filosofo mette in guardia dai disordini sociali

Il professore-filosofo dice di temere un esecutivo ‘non europeista’. “Le disuguaglianze continuano a moltiplicarsi. Con la recessione e l’inflazione al 10% qualcosa, qualcuno è destinato a venire fuori. Stiamo andando verso una situazione di drammatici disordini sociali. Non mi stupirei se nel giro di due o tre mesi ci trovassimo di fronte a una nuova formazione politica”. E la sinistra? “Non esiste, ma i fragili sì”.

Serve in leader che si occupi di chi non vota

Un nuovo partito guidato da chi? «Il nome non lo so. Ma so che un italiano su due non va più a votare. E che tra questi la metà non arriva alla fine del mese. Eppure qui si va avanti con il reddito di cittadinanza e con i bonus. Magari con quelli per la casa che mettono sullo stesso piano chi ha una villa e chi vive in una catapecchia. Un leader modello Mélanchon che si occupi della marea dei non rappresentati può valere il 25-30% dei voti”. Non fa nomi, ovviamente. “Ma sono gli eventi a fare i nomi, non i nomi gli eventi”.

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