Truffa a un anziano: madre e figlia lo depredano di 246mila € e lo riducono a chiedere soldi ai parenti
Una madre e una figlia senza pietà. Le due donne, senza il minimo scrupolo nei confronti di persone fragili e indifese, si sono approfittate dell’ingenuità di un anziano residente nella Marca, che hanno raggirato abilmente, e a cui hanno prosciugato i conti sottraendo alla vittima oltre 246mila euro. Per fortuna le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Treviso hanno stanato le due autrici della maxi-truffa e le hanno denunciate alla locale Procura della Repubblica, per il reato di circonvenzione di incapace.
Treviso, Gdf stana madre e figlia che hanno messo a segno una pesante truffa a un anziano
Non solo. Il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Treviso, alla luce dei gravi indizi di colpevolezza e del pericolo che le indagate si spogliassero dei beni loro intestati – in modo da non essere più in grado di restituire il maltolto – ha disposto il sequestro preventivo del provento del reato. Così, i finanzieri del Gruppo di Treviso hanno posto sotto sequestro cinque immobili. Tutti intestati alle due donne del Vicentino.
Le due aguzzine hanno sottratto con la truffa all’anziano oltre 246mila euro
Le indagini hanno avuto origine dalla denuncia che i familiari della vittima hanno presentato, insospettiti dal fatto che l’anziano aveva avanzato alcune richieste anomale di prestiti di denaro contante. Richieste inspiegabili alla luce delle somme di cui l’uomo poteva solitamente disporre sui propri conti correnti. È stato così che i parenti si sono resi conto che il loro familiare non aveva più denaro. E che aveva trasferito tutto quello che possedeva nelle mani delle due aguzzine: Due donne che aveva conosciuto alcuni anni prima in occasione della vendita di alcuni mobili usati.
Il raggiro all’anziano con la scusa di impellenti necessità
Proprio dopo quell’incontro, la più giovane delle due indagate aveva iniziato a contattare telefonicamente l’anziano. Instaurando con lui un legame che nel tempo è divenuto sempre più stretto. Le due hanno carpito la fiducia dell’uomo. Hanno fatto leva sulla sua disponibilità e generosità. Al punto tale da indurre la vittima ad aiutarle finanziariamente, sulla base di una pretestuosa richiesta d’aiuto per la necessità di risolvere alcune difficoltà che gli avevano confidato. Naturalmente, promettendogli di restituire i prestiti in breve tempo.
Prestiti che le due indagate non avrebbero mai restituito
Ma quel debito che madre e figlia avevano contratto con l’anziano non si sarebbe mai estinto. I prestiti, che la vittima ha concesso loro in buona fede – e provati dagli accertamenti bancari che i finanzieri trevigiani hanno meticolosamente eseguito – le due non li hanno mai restituiti. Dalle indagini delle Fiamme Gialle, infatti, è emerso che il meccanismo fraudolento che le due aguzzine avevano architettato a danno dell’anziano, prevedeva sempre lo stesso copione truffaldino: all’avvicinarsi del momento della restituzione del denaro, le indagate trovavano sempre nuovi motivi per chiedere ulteriori somme. Aumentando così il danno alla vittima e la portata della beffa inferta.