Processo a Grillo (assente) per l’aggressione al giornalista di Rete4 che cercò di intervistarlo
Via al Tribunale di Livorno il processo a Beppe Grillo, rinviato a giudizio con l’accusa di violenza privata e lesioni personali ai danni del giornalista Francesco Selvi.
Era il 7 settembre 2020 quando sulla spiaggia di Marina di Bibbona, dove il fondatore del Movimento 5 Stelle possiede una villa, Selvi aveva avvicinato Grillo per una intervista per la trasmissione di Rete 4 “Diritto e Rovescio“.
Secondo la ricostruzione dell’accusa, Grillo strappò di mano il cellulare al giornalista mentre Selvi gli stava facendo domande e lo spinse per le scale dello stabilimento balneare procurandogli un trauma distorsivo al ginocchio sinistro.
Ma il comico contesta questa ricostruzione della vicenda. Questa mattina Beppe Grillo era assente in aula per la prima udienza.
Al processo, organizzato dal giudice Andrea Guarini, è prevista l’audizione di quattro testimoni dell’accusa già alla prossima udienza del 19 settembre, che saranno lo stesso Francesco Selvi, il quale è parte civil , assistito dall’avvocato Claudio Emeri, i due proprietari dello stabilimento balneare dove avvenne il fatto e un addetto della struttura.
In successive udienze potrebbe essere interrogato l’imputato dato che sia la parte civile sia la difesa hanno chiesto l’esame di Beppe Grillo, difeso dall’avvocato Enrico Grillo di Genova.
Oltre alle testimonianze, tra le altre prove del processo, ci sono i video della colluttazione ripresi con le telecamere di sorveglianza dello stabilimento e gli accertamenti medici sulle lesioni fisiche subite da Selvi. Oltre alle risultanze delle indagini eseguite dai carabinieri.
In udienza l’Ordine dei giornalisti e la Federazione nazionale della Stampa italiana, insieme con l’Associazione Stampa Toscana e l’Ordine dei giornalisti regionale si sono formalmente costituiti parte civile con l’avvocato Giulio Vasaturo che ha spiegato: “Ordine e Fnsi sono al fianco di Francesco Selvi in questo processo penale per sostenere un’istanza di pieno riconoscimento e di salvaguardia dell’articolo 21 della Costituzione. La violenza che è stata posta in essere ai danni del giornalista Francesco Selvi non lede solo il singolo giornalista ma l’intera comunità degli operatori dell’informazione perché costituisce uno strumento intollerabile attraverso cui si è tentato di condizionare la libertà di stampa“.