Lucca, ecco come il nuovo sindaco Pardini ha dato la spallata definitiva alla “Toscana rossa”
L’unità del centrodestra, un programma fatto di innovazione e tradizione, apparentamenti che sono stati in grado di allargare il perimetro della coalizione. All’indomani della vittoria a Lucca, il neo sindaco Mario Pardini, manager 49enne, ricostruisce gli elementi che gli hanno consentito l’impresa di strappare la città al centrosinistra dopo dieci anni e ammette: «Sinceramente negli ultimi giorni il clima era talmente positivo che mi aspettavo un risultato importante, anche se sapevo che sarebbe stata una partita molto aperta perché l’avversario era comunque molto forte».
La vittoria di Pardini a Lucca: la spallata definitiva alla “Toscana rossa”
Pardini a Lucca si è affermato al ballottaggio con il 51,03% dei voti, partendo dal 34,35% del primo turno. Si tratta di una vittoria particolarmente significativa, anche perché ha sancito il definitivo tramonto della “Toscana rossa”, ammesso dagli stessi esponenti dem. Per il sindaco si tratta di un risultato raggiunto grazie una gestione senza sbavature della partita. «Siamo riusciti fin dall’inizio a unire tutto il centrodestra, a presentare un programma che coniugasse tradizione e innovazione e poi con gli apparentamenti abbiamo allargato la compagine a ulteriori forze civiche di destra e di centro», ha spiegato Pardini in un’intervista al Giornale, chiarendo che l’unità della coalizione è stata possibile «grazie al lavoro di tutti i coordinatori e deputati territoriali. È stato un lavoro di squadra che ci ha premiato».
«I cittadini hanno capito che si poteva davvero cambiare»
Dunque, c’erano tutti gli elementi per mobilitare l’elettorato e convincerlo che il cambiamento era possibile. «Nell’ultima settimana di ballottaggio – ha raccontato Pardini – c’è stato un crescendo di entusiasmo nella città intorno alla mia candidatura, i cittadini, soprattutto quelli di centrodestra, hanno capito che si poteva davvero cambiare e vincere questa difficile partita». Ma il sindaco si è detto comunque non soddisfatto, perché «l’affluenza è molto bassa (42,39%, grosso modo in linea con la media nazionale del 42,20%, ndr) e il mio scopo è riportare fra cinque anni più elettori al voto, dimostrando di rimettere le esigenze del cittadino al centro della comunità politica».
L’autogol della sinistra sull’allarme fascismo in città
«Ci sono state molte polemiche sull’apparentamento con Fabio Barsanti (in passato candidato con CasaPound, ndr). Lei come risponde?», ha chiesto quindi Francesco Curridori a Pardini. «Barsanti – ha replicato il sindaco – è stato un consigliere molto stimato e apprezzato per il suo lavoro e dedizione al territorio che ha ricevuto complimenti anche da molti lucchesi di sinistra. Alcune sue mozioni sono state addirittura approvate all’unanimità, è un ragazzo sveglio e preparato, che ha a cuore il governo della città e l’unità del centrodestra locale. L’allargamento della coalizione non fa tuttavia venire meno l’impostazione liberale che guiderà il mio percorso come sindaco».
«Il civismo sia parte della coalizione, ma i partiti devono ricompattarsi»
Pardini, quindi, ha rivelato di aver ricevuto le telefonate di tutti i leader nazionali che «si sono complimentati per la storica impresa in un turno in cui il centrodestra non è andato bene nel resto d’Italia» e rispetto al civismo, di cui lui è espressione, ha detto che «deve essere parte integrante del progetto di rilancio del centrodestra a livello nazionale. Tuttavia – ha chiarito – è necessario che Forza Italia-Udc, Fratelli d’Italia e Lega mettano da parte le loro divisioni interne e si ricompattino perché c’è un elettorato che ha bisogno di risposte e certezze». Infine, una riflessione sul contributo che i sindaci possono dare al centrodestra: «Sarebbe bello – ha affermato Pardini – creare una primavera dei sindaci di centrodestra, capaci di esprimere a livello territoriale un’azione amministrativa di buon governo che sia poi di esempio e stimolo per il governo nazionale».