Le lacrime di Alberto Genovese: “Stupri? No, la droga non mi faceva percepire il dissenso delle donne”
Alberto Genovese esce con gli occhi lucidi di chi ha pianto: l’ex imprenditore ha parlato per circa cinque ore davanti al gup di Milano Chiara Valori per respingere l’accusa di aver abusato di una 18enne nel suo attico ‘Terrazza sentimento’ (altrimenti ribattezzata degli stupri…) in centro a Milano (il 10 ottobre 2020) e di una 23enne il 10 luglio 2020 in una villa a Ibiza, sempre dopo averle rese incoscienti con un mix di droghe.
Alberto Genovese respinge le accuse di stupro
Davanti alle parti, nel processo abbreviato che si tiene a porte chiuse, mette ordine tra il prima e il dopo della sua vita: da un lato la droga che annebbia e annienta, la ricerca spasmodica di donne giovani con cui ricercare il piacere estremo, poi il carcere, il trasferimento in una comunità di recupero, la perdita dell”etichetta’ di imprenditore di talento. Genovese non rilascia dichiarazioni alla stampa, ma in aula ribadisce di “non aver percepito il dissenso” delle ragazze e con un senso di amarezza ammette, dopo aver rivisto le immagini di quelle serate finite in procura, di essere pentito per la sua vita dissoluta e sfrenata. Solo nel rivedersi avrebbe capito la violenza delle immagini del sistema di video sorveglianza di Terrazza Sentimento.
Il legame dannoso con le droghe
E’ sempre la droga – il cui uso inizia nel 2016 dopo una lunga relazione finita male – che entra in gioco anche a Ibiza dove allo stupro avrebbe partecipato anche l’allora fidanzata Sarah Borruso (imputata) che “da innamorata” respinge le accuse. Anche qui Genovese non ammette lo stupro. “Voglio vivere una vita normale, recuperare gli affetti, aiutare chi ne ha bisogno e cercare sentimenti veri” dice l’ex imprenditore che vive da mesi in una comunità di recupero.
Il presunto vizio di mente al momento dei fatti
“Ho capito solo una volta in comunità le conseguenze della droga su me e su quelle ragazze”, è quanto dice nella piccola aula affollata. Un percorso di recupero che sta proseguendo in comunità sotto la guida attenta di uno psicologo. Genovese è accusato anche di un secondo episodio di violenza sessuale ai danni di una 18enne avvenuto il 10 ottobre 2020 nel suo attico ‘Terrazza sentimento’ in centro a Milano.
Difeso dagli Luigi Isolabella e Davide Ferrari, Genovese sta ripercorrendo gli ultimi anni che da manager in ascesa lo hanno visto sprofondare nell’inferno di alcol e tossicodipendenza, il tutto condito da storie d’amore malato e difficoltà nelle relazioni sociali, come certificato dalla psicologa Chiara Pigni, consulente della difesa che ha parlato per prima in aula. Al centro del processo resta la questione del vizio di mente al momento dei fatti per l’uso massiccio di droghe.