Johnson: «Non cedere a una cattiva pace per stanchezza. Sarebbe un disastro per l’Occidente»

23 Giu 2022 8:45 - di Sara De Vico

Non cedere a una cattiva pace per stanchezza. È questo il monito e la determinazione di Boris Johnson alla vigilia di G7 e vertice Nato: “Certo i costi dell’energia e inflazione hanno un impatto sulla fermezza delle persone. Ma questa per i nostri valori è una battaglia vitale“.

Johnson: dobbiamo evitare il disastro di una cattiva pace

“Il futuro del mondo – aggiunge in una lunga intervista al Corriere della Sera  – dipende dal mantenere una forte, robusta posizione sull’Ucraina. Dobbiamo lavorare insieme per evitare un disastro. Ossia una cattiva pace in Ucraina. Costringere gli ucraini ad accettare termini che dovrebbero essere un anatema per gli europei”.

Recuperare lo status quo precedente il 24 febbraio

Johnson punta almeno al recupero dello status quo precedente il 24 febbraio. Il premier di Londra porterà ai due vertici questa proposta. Aiutare gli ucraini a cambiare la dinamica della situazione. “Questo è il momento per provare a rovesciare le cose. Finché gli ucraini sono capaci di montare una controffensiva, dovrebbero essere sostenuti. Con l’equipaggiamento che ci stanno chiedendo”.  Per il premier britannico è chiaro che Kiev non cederà territori in cambio della pace. “Non faranno un cattivo accordo. Non vogliono essere forzati a un negoziato. Non acconsentiranno a un conflitto congelato. Nel quale Putin è in grado di continuare a minacciare ulteriore violenza”.

“Oggi siamo un contrafforte che sostiene la Ue”

La Brexit ha cambiato il ruolo del Regno Unito. Che oggi diventa quello di garante e difensore dell’Europa. Con una metafora Johnson dice: “Non siamo più nell’architettura della cattedrale, nel Duomo. Ma siamo un contrafforte volante. Un bellissimo stravagante pezzo di architettura. Che sostiene dall’esterno. Vogliamo è essere a supporto della sicurezza e prosperità europea. Che è parte integrante della nostra sicurezza e prosperità”.

I vantaggi della Brexit secondo il premier britannico

Sui vantaggi dell’uscita dalla Ue Johnson non ha dubbi. Parla della maggiore crescita nel G7 lo scorso anno. Anche se oggi i dati della crescita sono negativi. Del più rapido programma di vaccinazione. Senza ricorrere all’Agenzia europea per il farmaco. “Siamo anche stati capaci di attrarre investimenti. Facendo uso dei nostri vantaggi fiscali. Abbiamo tagliato l’Iva sui pannelli solari. Cosa che non potevamo fare prima. Abbiamo tagliato l’Iva sui prodotti sanitari femminili”.

Spezzare il business dei trafficanti di persone

Del pugno di ferro sull’immigrazione, la deportazione in Ruanda, Johnson chiarisce. “Abbiamo il traffico attraverso la Manica di persone vulnerabili. In battelli inaffidabili. A rischio della vita. Non credo sia qualcosa che un Paese civile dovrebbe lasciar succedere. Stiamo cercando di spezzare il modello di business dei trafficanti di persone”.

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