Il sì di Ecr-FdI alla relazione Ue sulle isole. Fitto: un primo passo per tutelare territori trascurati

7 Giu 2022 18:18 - di Redazione

“L’insularità da elemento di debolezza strutturale deve diventare occasione per affrontare le principali sfide dei territori isolani. Nei quali vivono venti milioni di cittadini europei di cui sei milioni in Sicilia e Sardegna. E garantire la crescita e lo sviluppo di questi territori”. Così in un nota il copresidente del gruppo Ecr- Fratelli d’Italia al Parlamento europeo, Raffaele Fitto, Che, insieme agli eurodeputati di FdI Raffaele Stancanelli e Giuseppe Milazzo, commentano positivamente l’ultima iniziativa di Bruxelles.

Ecr-FdI: tuteliamo meglio i territori delle isole

“Lo spopolamento demografico, il contrasto alle calamità naturali, l’accesso e la fruizione di servizi pubblici essenziali come l’istruzione, la sanità, l’utilizzo delle risorse idriche ed energetiche, nonché il tema del trasporto marittimo e aereo, sono sicuramente tematiche sulle quali occorrono risposte concrete. Anche per contribuire alla valorizzazione delle risorse naturali. E paesaggistiche come il mare. E dare prospettiva di sviluppo ai quei settori come il manifatturiero, l’agricoltura, la pesca, il turismo che rappresentano la vera ricchezza di questi territori“.

Fitto: la relazione di oggi è un primo passo

“La politica di coesione -prosegue la nota di Ecr-FdI – rappresenta sicuramente un’opportunità. Per affrontare queste disparità territoriali. Ma che non è sufficiente se non opera in sinergia e complementarietà con le altre politiche a livello europeo e nazionale”. Per questo Fratelli d’Italia ha sostenuto “convintamente” la relazione sulle isole approvata oggi, “Rappresenta un importante primo passo. Per aprire seriamente a livello europeo e nazionale una vera discussione sul ruolo delle isole. E su tutto ciò che il tema dell’insularità dal punto di vista economico, sociale, ambientale, naturalistico e culturale rappresenta. E per  dare attuazione concreta all’articolo 174 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea”. Che mira a ridurre le disparità tra i livelli di sviluppo delle varie regioni e l’arretratezza delle regioni o isole che sono considerate tra le meno favorite.

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