Da L’Aquila Letta mette il pilota automatico contro Fratelli d’Italia: impresentabili e “poco moderati”

4 Giu 2022 19:59 - di Romana Fabiani

Non brilla per originalità il soldato Letta. Anche il mite Enrico in campagna elettorale attiva il pilota automatica della sinistra. Con l’obiettivo, sempre lo stesso da decenni, di dipingere l’avversario come un mostro pericoloso. Una minaccia per la tenuta della democrazia. Una sciagura nazionale. “Va costruito un campo largo in cui il Pd ha un ruolo fondamentale. L’alternativa è tra noi e la destra. E la destra vuol dire Salvini e Meloni e non è una destra moderata. Quindi dobbiamo costruire un’alternativa vincente”.

Letta attiva il pilota automatico contro FdI

Ci risiamo. Quanto l’avversario è piccolo, basta dargli del “fascista” per archiviare la pratica. Ma se è un ‘nemico’ di tutto rispetto, e magari nei sondaggi viaggia a vele spiegate con il vento in poppa, come Fratelli d’Italia, allora lo schema è leggermente modificato. In questo caso si parla di impresentabilità e di “scarsa moderazione”. La destra incarnata dal partito di Giorgia Meloni secondo Letta non è all’altezza del ruolo. Non è degna di essere votata. Con tanti saluti per la democrazia.

“Se non vinciamo noi c’è la Meloni per 5 anni”

“Perché – continua il segretario dem da L’Aquila –  se non vinciamo noi, c’è Meloni a palazzo Chigi e noi non faremo la protezione civile, ci si tiene la destra per 5 anni”. Capito? Una velata minaccia agli elettori. Se non votano Pd dovranno tenersi la pericolosa populista e post fascista fino alle prossime elezioni. Che poi governare fino a scadenza naturale dietro un mandato popolare  sarebbe il sale della vita democratica. Si chiama alternanza. Ma il capo del Nazareno non lo sa. O meglio, a sette giorni dalle urne, se ne dimentica. E preferisce gridare all’untore.

Con Meloni e Salvini si finisce nel burrone

Da L’Aquila, dove Letta è corso in soccorso della candidata sindaco del centrosinistra, prende di mira ad alzo zero anche Salvini. Con il quale governa da un po’. “Andatevi a rivedere le dichiarazioni di Meloni e Salvini sul Covid. Ne avessero azzeccata una… Hanno sempre e solo seguito il sondaggio della pancia degli italiani in quel momento. Ma così si finisce nel burrone e noi faremo esattamente il contrario”.

Anche qui non è ben chiaro dove viva il capo del Partito democratico. Tornato in fretta e furia in Italia, dopo il buen retiro universitario a Parigi per prendere in mano le redini della sinistra italiana, deve aver perso il contatto con la realtà. Durante l’emergenza covid la Meloni è rimasta sempre all’opposizione del premier Conte e del ministro Speranza. Difficilmente avrebbe potuto portare il Paese nel burrone. Il leader della Lega, invece, è entrato nella maggioranza che sostiene il ‘governo dei migliori’ proprio, stando alle intenzioni di Draghi, proprio per fare fronte alla gestione disastrosa del covid del Conte 1 e 2.

Il goffo attacco al governatore Marsilio

Ma la vera chicca arriva con l’attacco decisamente goffo al ‘pericoloso’ governatore dell’Abruzzo, guarda il caso di Fratelli d’Italia. “Non permetteremo che l’Abruzzo continui ad essere marginalizzato come ora con Marsilio alla guida della regione. L’Abruzzo e L’Aquila devono tornare al loro posto”. Quindi tutti gli abruzzesi che hanno scelto Marco Marsilio a capo della Regione hanno preso un abbaglio imperdonabile.

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