Conoscevano prima i “Gratta e vinci” giusti: truffa da 27 milioni di euro di tre dipendenti di ex Lottomatica

27 Giu 2022 19:35 - di Penelope Corrado
Gratta e vinci

Sono accusati di aver incassato una vincita milionaria del ‘Gratta e Vinci’ in maniera fraudolenta. Per questo la Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per tre ex dipendenti ‘infedeli’ di Lottomatica Holding (poi divenuta Igt Lottery) , parte civile nel procedimento insieme a Lotterie Nazionali e all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Ai tre vengono contestate, a vario titolo, le ipotesi di di accesso abusivo a sistema informatico, truffa e autoriciclaggio.

Un’indagine che nell’ottobre del 2020 aveva portato i finanzieri del Nucleo Speciale Polizia Valutaria della Guardia di Finanza, a eseguire sequestri preventivi di disponibilità finanziarie, beni mobili e immobili per 27 milioni di euro, nei confronti di oltre 10 persone. Per i tre l’udienza preliminare e’ stata rinviata ad ottobre mentre gli altri indagati, per i quali la procura ha chiesto il processo, compariranno per la prima volta davanti al gup a settembre.

A processo tre dipendenti di ex Lottomatica

Ai tre, viene contestato nel capo di imputazione per fatti che risalgono al 2019 che “abusando della qualità di operatore di sistema” (…) “si introducevano nella banca dati di proprieta’ della societa’ per acquisire informazioni riservate in merito all’individuazione della serie numerica e quindi della lotteria ‘Gratta e Vinci Supercash’ cui risultava associato il primo premio del valore di sette milioni di euro e successivamente accedevano piu’ volte al sistema informatico della struttura logistica per rintracciare il pacco contenente il biglietto vincente” e rintracciare il rivenditore. Secondo l’accusa avrebbero poi cancellato le tracce degli accessi informatici. A due degli imputati viene contestato anche l’autoriclaggio per aver investito parte delle somme riscosse in titoli e fondi comuni.

Andavano a caccia dei Gratta e vinci giusti per l’Italia

Così, nel 2015, sono stati acquistati due biglietti da 5 milioni di euro, rispettivamente presso un rivenditore di Milano e uno in provincia di Brescia. Due Gratta e Vinci del primo premio del lotto Maxi Miliardario di 5 milioni di euro ciascuno, con una probabilità di vincita stimata in 1 su 9.360.000 biglietti.

E due biglietti Super Cash del valore di 7 milioni di euro ciascuno, con una probabilità di vincita di 1 su 15.840.000, comprati nel 2017 a Foggia e nel 2019 a Cremona: tutte località lontane dal domicilio degli indagati ma che loro sapevano perfettamente essere vincenti, perché li avevano “seguiti”. “Dopo che fai? Stappi lo champagne?, scriveva uno degli indagati su WhatsApp.

Per indurre in errore il gestore del servizio e in violazione del codice deontologico interno che vieta ai dipendenti di partecipare ai giochi e alle lotterie in concessione, per presentare e incassare i biglietti vincenti i dipendenti “infedeli” si sarebbero avvalsi di conoscenti o stretti familiari e, in un caso, persino di un professionista.

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