Brasillach cantore del cinema: Siniscalchi traccia un ritratto inedito dello scrittore dei “Sette colori”

10 Giu 2022 18:14 - di Annalisa Terranova
Brasillach

Dal 1944 nella Francia liberata dai tedeschi imperversa la vendetta contro i collaborazionisti: è in questo clima che si decide il destino tragico di Robert Brasillach, scrittore e poeta francese condannato a morte e fucilato il 6 febbraio del 1945. Una data iconica per l’autore de “I Sette colori”: il 6 febbraio è anche il giorno in cui nel 1934 restano a terra, uccisi, 16 manifestanti della grande mobilitazione indetta a Parigi contro il Parlamento dei corrotti. Ogni anno Brasillach, in quella data, rendeva omaggio a quei caduti con un bouquet di violette. Un gesto simbolico e allo stesso tempo premonitore.

Ora un nuovo saggio, del docente e storico del cinema Claudio Siniscalchi, fornisce un inedito ritratto del Brasillach cinefilo, autore nel 1935, con Maurice Bardèche, di una apprezzata Histoire du cinéma. Pagine importanti per comprendere un aspetto trascurato di questo autore così prolifico e sfortunato, oggetto di un vero e proprio culto da parte dei giovani di destra: l’attrazione per il cinema come arte nuova capace di parlare il linguaggio dell’estetizzazione della politica, a sua vota elemento portante della propaganda fascista. Brasillach, sottolinea Siniscalchi nel suo saggio – Senza romanticismo. Robert Brasillach, il cinema e la fine della Francia, Bietti editore – è esponente di quel modernismo reazionario cui fa riferimento Jeffrey Herf in un saggio tradotto in Italia nel 1988 e relativo agli autori della rivoluzione conservatrice tedesca. Attraverso il cinema anche Brasillach tenta una conciliazione tra moderna tecnologia e pensiero reazionario. Per il cinema nutre una venerazione quasi religiosa e riconosce in Chaplin il suo aedo. Dal cinema può rinascere il racconto mitico capace di risollevare le sorti di una Francia in piena decadenza, il tema più sentito in Francia, sulla scia dell’Action française, dai letterati della crisi che guardarono al fascismo: Brasillach ma anche Drieu la Rochelle, Céline come Lucien Rebatet.

E’ proprio a questa cerchia di autori che Siniscalchi si accosta nel suo saggio ricostruendone biografie, passioni letterarie, idee e progetti politici riuscendo in questo modo a fornire un quadro dettagliato e documentato dei fiammeggianti dibattiti che attraversavano la Francia prima del 1940. Non manca l’analisi degli scritti di Brasillach, dal primo –  Presence de Virgile – fino alle opere scritte a Fresnes dove venne rinchiuso e dove i detenuti gli rendevano omaggio leggendo la sera le sue liriche. C’è il Brasillach letterato, classicista e didascalico; il Brasillach cinefilo, sentimentale e amante del muto; il Brasillach fascista infine, che coltivò l’illusione della nascita di un uomo nuovo, collegato all’idea latina difesa e propagandata dal suo maestro Maurras. Che rimase fermo nel suo antigermanesimo al contrario dell’allievo.

E c’è anche il Brasillach polemista, collaboratore e poi caporedattore del giornale Je suis partout, organo principale del collaborazionismo dopo l’occupazione dei tedeschi. A quegli articoli lo inchioderà il procuratore Reboul nel processo che condanna a morte Brasillach. Un processo dove non si insiste sull’antisemitismo – la scoperta degli orrori dei campi di sterminio e il suo radicamento nella coscienza civile europea sono successivi alla morte di Brasillach – ma sull’intelligenza col nemico. L’espressione stessa “campi di sterminio” non era usata nel 1945 e lo stesso accusatore di Brasillach parla di “campi di eccezionale durezza in Polonia”. A nessuno poteva venire in mente, in quel frangente, di accusare Brasillach per il martirio degli ebrei nei lager. Lo conferma anche Alice Kaplan nello studio sul processo allo scrittore, “Processo e morte di un fascista” (Il Mulino). Ma Brasillach fu sacrificato perché attraverso di lui una generazione di giovani francesi aveva espresso le sue simpatie e le sue antipatie, come ebbe a dire lo scrittore cattolico e premio Nobel Mauriac.

La destra italiana venera Brasillach come un martire, vittima di un processo alle idee intentato dai vincitori proprio come quello subito da Giovanna D’Arco, alla quale dedicò la tragedia Domremy. Capro espiatorio per i “peccati” commessi da tutti gli intellettuali e artisti collaborazionisti. Giorgio Almirante lo celebrò in una biografia, Giano Accame lo definì il “poeta dei balilla”,  nel ventennale della morte. Accame scrisse anche che Brasillach era un inattuale perché per lui il fascismo era gioia, amicizia, esaltazione della vita e della vitalità. Tutte “illusioni” dissolte nel sangue della fine della guerra e nel grigiore del dopoguerra. Il suo fantasma – scrisse ancora – illumina le nostre camicie nere di una volta.

“Il mattino il cappellano è venuto a darmi la comunione. Pensavo con tenerezza a tutti coloro che ho amato, a tutti quelli che ho incontrato durante la mia vita…”. Sono le ultime annotazioni (da La morte in faccia) di Robert Brasillach poco prima dell’esecuzione, la foto della madre sul cuore, il grido strozzato in gola: «Viva la Francia… ». Non volle fuggire e non volle pentirsi.  “Se vi dicessi di sì pensereste che lo faccio per salvarmi la pelle e mi critichereste. Non rimpiango le intenzioni che mi hanno spinto ad agire. Posso essermi sbagliato, come succede a tutti gli uomini, sui fatti o sulle persone ma mi dico che ci sono, in questo momento, dei giovani ragazzi e delle giovani donne che pensano con affetto a ciò che ho scritto”. A quei giovani bisognerà indicare un altro nemico, quello che innalza “ovunque pali per la fucilazione” dando “al mondo stupefatto l’immagine di una Francia che non cerca la riconciliazione dei suoi figli”. Una Francia che con Brasillach non si è riconciliata, ma chi ne ha studiato il processo ha comunque compreso bene, al di là delle posizioni politiche, che egli fu vittima di un assassinio legale e di una farsa giuridica .

(Il libro di Claudio Siniscalchi sarà presentato a Roma il 20 giugno alle 18 30 presso il caffè letterario Horafelix, via Reggio Emilia 89)

 

 

 

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