Attentato in locali gay a Oslo, si indaga per terrorismo. Il fermato è di origini iraniane (video)
La polizia di Oslo ha fatto sapere che sta indagando per terrorismo dopo la sparatoria compiuta in alcuni locali gay, alla vigilia del Pride cittadino. Poco dopo i fatti era stato confermato il fermo di un sospetto, del quale poi si è saputo che è un 42enne norvegese di origine iraniana, già noto ai servizi segreti interni. Il bilancio della sparatoria, compiuta contro gli avventori del London Pub, frequentato dalla comunità Lgbt, e di altri due locali vicini, un fast food e il jazz club Herr Nilsen, è di due persone uccise e 21 ferite.
Annullato l’Oslo Pride, «dopo i chiari consigli della polizia»
Dopo la sparatoria l’Oslo Pride che si sarebbe dovuto tenere oggi è stato annullato. Cancellato, hanno fatto sapere gli organizzatori, «dopo aver ricevuto chiari consigli dalla polizia». «Oslo Pride chiede a tutti coloro che hanno pianificato di partecipare o assistere di non farlo. Sono annullati tutti gli eventi collegati all’Oslo Pride», si legge ancora nel comunicato.
Shooter in Oslo was just waiting for the police to come and catch him, clear ritual on the pride month at the gay club #Shooting #Oslo pic.twitter.com/kK5GLMNCFt
— Hidden In Plain Sight (@evokb7) June 25, 2022
Il fermato incriminato per atto terroristico
Il 42enne di origini iraniane che ha compiuto l’attentato è stato incriminato per omicidio, tentato omicidio e atto terroristico. L’uomo ha colpito intorno all’una del mattino ed è stato fermato pochi minuti dopo. «Sembrava molto determinato nel prendere la mira. Quando ho capito che era una cosa seria, ho cominciato a correre. C’era un uomo sanguinante a terra», ha riferito al quotidiano Verdens Gang una donna, un altro testimone ha parlato di «molte persone a terra con ferite alla testa», sembrava, ha aggiunto, «una zona di guerra». Sulla pagina Facebook del London Pub si legge che «la sparatoria di stasera è assolutamente orribile e pura cattiveria».
Re Harald: «Io e la famiglia reale siamo rimasti inorriditi»
Sulla sparatoria è intervenuto Re Harald spiegando di essere rimasto «inorridito» assieme a tutta la famiglia reale. I norvegesi, ha aggiunto, «devono stare uniti» e difendere «libertà, diversità e rispetto reciproco». Il primo ministro, Jonas Gahr Stoere, ha parlato di «attacco atroce e profondamente scioccante contro persone innocenti», mentre il ministro della Giustizia, Emilie Enger Mehl, ha ricordato che «la Norvegia è una comunità basata sulla fiducia, dove ognuno deve sentirsi sicuro la notte».