Anche la Spagna in allarme: la rottura tra la Ue e la Russia può sottrarre quasi 29 miliardi di euro

4 Giu 2022 11:16 - di Italpress
spagna

(ITALPRESS) – Il divorzio economico e politico tra la Russia e l’Europa si avvia a diventare uno dei più costosi della storia per entrambe le parti e potrebbe portare alla stagnazione o addirittura alla contrazione di alcune delle maggiori economie dell’euro. La Spagna non sarebbe immune a questa situazione. Nel caso più estremo, un’ipotetica chiusura totale degli scambi commerciali tra Russia e Ue potrebbe sottrarre fino al 2,4% del PIL spagnolo, secondo le simulazioni effettuate dalla Banca di Spagna. In altre parole, il prodotto interno lordo spagnolo si contrarrebbe di oltre 28,9 miliardi di euro, riducendo a meno della metà le previsioni di crescita previste per la Spagna da Bruxelles (4%), dal governo spagnolo (4,3%) e dalla Banca di Spagna (4,5%). Lo riporta il quotidiano economico Expansión. La chiusura dell’Europa all’energia russa significherebbe un taglio tra lo 0,8% e l’1,4% del PIL spagnolo nel primo anno.
Lo scenario che l’autorità di vigilanza considera “più probabile” sottrarrebbe 1,1 punti di PIL, ovvero oltre 13,2 miliardi di euro. La difficoltà di sostituire questi prodotti nel breve termine significherebbe una riduzione dell’offerta di energia e un peggioramento dell’attuale episodio inflazionistico, che implicherebbe, in entrambi i sensi, un freno all’attività economica. Questo ipotetico scenario non solo ridurrebbe le aspettative di crescita dell’economia spagnola, ma inciderebbe gravemente sull’inflazione, alimentando lo spettro della temuta stagflazione. Secondo le simulazioni della Banca di Spagna, nel caso più estremo i prezzi potrebbero aumentare fino a 1,7 punti e nel caso più probabile dello 0,9%. Lo scorso aprile l’autorità di vigilanza ha stimato che l’inflazione media potrebbe raggiungere il 7,5% quest’anno. Sebbene questo dato sia soggetto a revisione (al rialzo nel caso dell’inflazione di fondo) ciò significherebbe che l’IPC salirebbe a un intervallo compreso tra l’8,4% e il 9,2%.

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