Ucraina, Berlusconi: «Kiev accolga le richieste di Putin». Quagliariello: «Sindrome da 8 settembre»

20 Mag 2022 19:06 - di Redazione
Berlusconi

Chi avrebbe mai pensato che una riflessione ad alta voce di Silvio Berlusconi sugli effetti delle sanzioni irrigate alla Russia finisse per attizzare una polemica nel centrodestra. Ma è proprio quel che è accaduto oggi a Napoli a margine di una delle prime tavole rotonde, quella sull’energeia, organizzate da Forza Italia nell’ambito della convention “L’Italia del futuro“. Tra i relatori anche l’ad di Eni Claudio Descalzi, che ha scandito i tempi entro cui sostituire la Russia come fonte di approvvigionamento del gas. Uno sganciamento possibile in tre fasi, la conclusiva nell’inverno 2024-25. Le due precedenti – l’inverno prossimo e quello 2023-’24 – vedrebbero la riduzione rispettivamente del 50 e dell’80 per cento della nostra dipendenza da Mosca.

Berlusconi: «Le sanzioni fanno male anche a noi»

Si tratta di cifre considerate ovviamente in astratto, cioè al netto di intoppi e imprevisti. Non così l’analisi di Berlusconi sulla guerra ucraina sull’economia italiana. «Le sanzioni – ha premesso il Cavalierehanno fatto molto male all’economia sovietica (sic), si prevede un calo del Pil addirittura del 14 per cento, ma hanno fatto male anche a noi. Adesso il grande dubbio è sul gas. È una ipotesi sconvolgente – ha aggiunto – perché ci porterebbe alla chiusura di centinaia di migliaia di aziende, alla perdita di 3 milioni di posti di lavoro, al dilagare della povertà in Italia e dovremmo andare in giro in inverno con i cappotto addosso in casa e una candela in mano. Non voglio nemmeno pensare che questo possa succedere».

Ma il senatore centrista lo attacca

Che fare, dunque? Per l’ex-premier non c’è che una strada: arrivare alla pace. «Io credo – ha proposto Berlusconi – che l’Europa debba cercare, tutta  insieme, di far accogliere dagli ucraini quelle che sono le domande di Putin». Parole che provocano la stizzita reazione di Gaetano Quagliariello, senatore di Italia al Centro. «Evidentemente – ha replicato – c’è chi vuole che l’Italia finisca la guerra dalla parte opposta a quella in cui l’ha cominciata. Il richiamo dell’8 settembre».

 

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