Stefania Craxi eletta presidente della commissione Esteri del Senato. Casini: bye bye maggioranza

18 Mag 2022 10:59 - di Viola Longo
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Stefania Craxi è stata eletta presidente della Commissione Esteri al Senato. Dunque, dopo l’imbarazzante pasticcio del sollevamento dall’incarico di Vito Petrocelli, giudicato incompatibile per le sue posizioni sulla guerra in Ucraina, il M5s perde la guida dell’organismo. La debacle, però, non investe solo i pentastellati, ma l’intera maggioranza, come ampiamente sottolineato da Pierferdinando Casini che ha parlato di «definita disgregazione» della compagine.

Stefania Craxi eletta presidente della Commissione Esteri del Senato

Stefania Craxi, già vicepresidente della Commissione, ha ricevuto 12 voti, battendo alla seconda votazione il candidato pentastellato Ettore Licheri, che di voti ne ha presi 9. C’è stata anche una scheda bianca, che, sebbene il voto sia a scrutinio segreto, è probabilmente da attribuire proprio a Casini, che aveva annunciato che si sarebbe astenuto «perché mi rifiuto di concorrere col mio voto alla definitiva disgregazione di una maggioranza in cui nessuno sembra assumersi la responsabilità di una decisione collettiva». Alla prima votazione le schede bianche erano state due.

La guerriglia all’interno del M5S

Al voto di oggi si è arrivati in un clima di fibrillazione, che dall’interno del M5S ha poi contagiato tutta la maggioranza. I pentastellati, infatti, ancora fino alla serata di ieri, avevano in campo due candidature: quella della dimaiana Simona Nocerino e quella di Licheri, già capogruppo al Senato e vicino a Conte. Dopo un’accesa assemblea dei senatori M5s, l’ha spuntata Licheri, benché come riferito da fonti interne citate dall’agenzia di stampa Adnkronos si sapesse che l’ex capogruppo al Senato non aveva i numeri, mentre Nocerino, è stato detto, godeva «dell’appoggio di altri membri della Commissione».

L’appello di Italia Viva a trovare una sintesi

Sul tavolo della maggioranza, intanto, era arrivata anche la candidatura di Stefania Craxi, parlamentare di solidissime esperienza e competenza in materia, che poteva catalizzare l’appoggio di tutto il centrodestra. E mentre dal Pd trapelavano indiscrezioni sulla scelta di sostenere comunque il candidato pentastellato, i primi a dire esplicitamente che si stava delineando una situazione esplosiva per la maggioranza sono stati i parlamentari di Italia Viva. Parlando di una situazione «rischiosa», specie dopo la vicenda Petrocelli, fonti renziane avevano quindi esortato a compattarsi «intorno a una figura autorevole e di esperienza, scorrendo i nomi dei componenti della commissione si nota più di una persona con queste caratteristiche».

Lo stop di Casini alla sua candidatura: «Non sono disponibile»

Inevitabile pensare, oltre che alla Craxi, a Casini. Che infatti ci ha pensato e ha chiarito subito che lui non ci sarebbe stato, forse anche memore della vicenda Quirinale. «Se la maggioranza parlamentare esiste ancora, deve trovare una soluzione condivisa. In presenza di una crisi internazionale come questa, è pura irresponsabilità dividersi su questa nomina come se ciò che capita nel mondo non ci riguardasse. Invito i responsabili dei partiti politici ad agire di conseguenza, non senza ricordare che tra le possibili ipotesi di designazione non può figurare la mia perché non sono disponibile».

La stoccata dell’ex presidente della Camera

Appello che, evidentemente, è caduto nel vuoto, confermando per l’ennesima volta quanto sia posticcia la maggioranza, come non ha mancato di sottilineare ancora lo stesso Casini a voto espresso: «La sintesi della riunione della Commissione Esteri di questa mattina è: Stefania Craxi promossa a pieni voti, maggioranza bocciata a pieni voti. Come volevasi dimostrare».

 

 

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