M5S, riesplode la polemica per un post anti-Onu e anti-Usa sul blog di Grillo dell’ex-ambasciatore Cardilli

16 Mag 2022 20:30 - di Paolo Lami
Grillo

Il blog di Beppe Grillo torna ad infiammare il dibattito all’interno del Movimento 5 Stelle sulla scivolosa questione della politica estera, già nervo scoperto dei grillini, con un nuovo post del Garante del Movimento che fa esplodere l’ennesima polemica.

A dar fuoco alle polveri incendiando la platea dei parlamentari M5S è, questa volta, un intervento dell’ex-ambasciatore Torquato Cardilli ospitato dal sito del garante M5S.

Nell’articolo intitolato “Due pesi e due misure“, Cardilli scrive: “La Russia ha infranto il diritto internazionale, ma di violazioni è pavimentata la storia dell’Onu“.

E, poi, un’altra spazzolata: “Nel 2014 la Crimea ha proclamato la sua secessione e indipendenza dall’Ucraina prontamente riconosciuta dalla Russia che di lì a poco, per contrastare la reazione del governo di Kiev, divenuto anti russo con un colpo di Stato, favorì l’organizzazione in Crimea di un referendum popolare di annessione“.

Nell’articolo, “l’occupazione di Gerusalemme, annessa da Israele e proclamata sua capitale eterna” viene paragonata all'”occupazione russa e successiva annessione della Crimea“.

L’autore del post poi accusa le Nazioni Unite di “doppiopesismo”. E non risparmia critiche all’operato degli Stati Uniti.

Il ragionamento di Cardilli fa saltare sulla sedia i vertici del Movimento 5 Stelle. E parte subito la manovra per prendere le distanze dal post: “Non è firmato da Beppe…”, obiettano ambienti contiani.

Ma è l’europarlamentare Fabio Massimo Castaldo, coordinatore del Comitato per i rapporti europei e internazionali del M5S, a ribadire a chiare lettere che la definizione della linea sulla politica estera 5 Stelle non spetta a Grillo: “E’ importante chiarire, come ho già fatto, che il blog di Grillo è un blog di informazione che fa capo a Beppe personalmente, quindi i contenuti pubblicati non riflettono le posizioni del M5S, che sono invece espresse da Conte, dal Consiglio nazionale e dal Comitato esteri che presiedo“, spiega Castaldo all’Adnkronos.

Insomma: “Il blog è una piattaforma che ospita contributi di personalità del mondo accademico, della scienza, che non devono essere associate al Movimento“.

“E’ giusto – ammette l’eurodeputato M5S – sottolineare che molte situazioni non devono essere valutate con doppi standard: alcuni degli episodi citati dal post avrebbero meritato più attenzione da parte della comunità internazionale. Ma in ogni caso ribadiamo che la partecipazione fondamentale dell’Italia all’Alleanza euro-atlantica per il M5S è fondamentale e non sarà mai messa in discussione“, cerca di recuperare il fuorigioco di Grillo.

Per Castaldo è sbagliato “operare delle semplificazioni“, perché si rischia di cadere in “equivoci e incomprensioni“: “Gli Usa sono un alleato centrale: bisogna sempre lavorare in un’ottica costruttiva e propositiva. E’ giusto che ci sia uno scambio franco e leale tra paesi amici” ma non si può “paragonare un’autocrazia come la Russia, dove la libertà di pensiero è fortemente limitata dal governo, agli Usa, che sono una democrazia consolidata“.

Castaldo non è il solo a nutrire perplessità sull’ennesima uscita anti-Usa del blog di Grillo.

Diversi parlamentari in chat hanno esternato la loro insofferenza per la ritrovata ‘verve’ comunicativa del garante M5S: “Gli diamo 300mila euro all’anno per poi ritrovarci dei post che non riflettono la linea del Movimento?“, è il tenore di alcuni commenti al vetriolo.

Ma davanti ai microfoni c’è chi si trincera dietro il classico ‘no comment‘, come il presidente della Commissione Politiche Ue della Camera Sergio Battelli. Che, intercettato dall’Adnkronos nel cortile di Montecitorio si limita a rispondere: “La mia bocca resta cucita”.

Chi parla, invece, e anzi prende la palla al balzo, è il senatore Vito Petrocelli, ex-presidente della Commissione Esteri di Palazzo Madama. Che, condividendo l’ultimo post di Beppe Grillo, scrive su Twitter: “I governi occidentali usano spesso due pesi e due misure. I neonazisti sono buoni se sono ucraini; i resistenti si aiutano con armi, ma non se sono palestinesi; le elezioni sono democratiche e valide solo se vincono amici dell’occidente. Chi è contrario va denigrato e distrutto”.

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