Stati Generali della Scuola, FdI: “Basta con le riforme usa e getta. Bianchi non faccia come gli altri”

26 Mag 2022 19:26 - di Alessandra Parisi
“Basta riforme annunciate e pasticciate, non si può fare una riforma a ogni legislatura, giusto per dargli il nome del ministro del momento. La riforma tentata da Renzi, con la cosiddetta ‘buona scuola’, ci ha insegnato che prima di mettere le mani sull’istruzione pubblica occorre confrontarsi con chi la vive”. Così Fabio Rampelli, intervenuto agli Stati generali della Scuola a Roma, promossi da Fratelli d’Italia.

Scuola, Rampelli: Bianchi non faccia come gli altri

 “Il ministro Bianchi – ha detto il vicepresidente della Camera davanti al pubblico della Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani – non commetta lo stesso errore varando una legge verticistica. Occorre poi stabilire un centro di gravità, un principio fondante. E questo non può essere la scuola/azienda. Ma deve tornare a essere la scuola come istituzione sociale insopprimibile. I ragazzi non devono essere i beneficiari di un progetto nozionistico. Ma messi nelle condizioni di gestire gli stimoli eccezionali che la società gli riversa addosso. La scuola deve essere messa in condizione di essere centrale nel loro percorso di formazione. Per questo motivo –  conclude il parlamentare di FdI – gli insegnanti devono essere valorizzati e gratificati. Mentre il precariato deve essere prosciugato per riconoscere a chi sta in cattedra di rinnovo in rinnovo il diritto a una stabilizzazione che è nei fatti. Perché senza i precari la scuola pubblica non potrebbe garantire l’istruzione a tutti“.

Istruzione, Fratelli d’Italia a convegno: la sfida del domani

Agli Stati generali della scuola di FdI, dal titolo “Meritarsi il futuro. La scuola delle conoscenze e la sfida del domani”, ha partecipato anche il ministro Bianchi. Sono intervenuti tra gli altri i capigruppo di Camera e Senato di Fratelli d’Italia, Francesco Lollobrigida e Luca Ciriani. Il dibattito, moderato dal responsabile scuola, Carmela Bucalo, ha visto confrontarsi sul tema le varie sigle sindacali. Ad aprire la giornata di lavori, oltre a Paola Frassinetti, responsabile scuola di FdI, il senatore  Antonio Iannone e la deputata Maresa Bellucci.

Lollobrigida e Ciriani: la scuola non è solo burocrazia

“La scuola ha perso la sua funzione di ascensore sociale”, ha detto Lollobrigida. “Così come il docente deve tornare ad essere una figura centrale e non di ripiego. Allo stesso tempo va riscoperto il senso di appartenenza. E ai giovani va data cognizione della propria identità. Infine attenzione allo sport. Che è un elemento importante per la completezza formativa degli studenti”. Per Fratelli d’Italia la scuola è qualcosa di più di edifici e burocrazia e non può esistere un Paese consapevole e moderno se la scuola non è all’altezza di questa necessità” ha sottolineato Luca Ciriani. “Due anni di pandemia ci hanno ricordato la sua importanza. Tra le nostre battaglie storiche c’è il tema della continuità dell’insegnamento e del precariato. E se è vero che la riforma della scuola non si può fare sotto dettatura di sindacati ed insegnanti, non è logico né utile che decisioni come queste siano introdotte in un decreto senza ascoltare chi la scuola la vive”.

Frassinetti: ripartire dal patrimonio culturale

Antonio Iannone ha sottolineato che la scuola italiana aspetta risposte concrete da troppi anni. “Sono quattro gli anni in cui Fratelli d’Italia ha fatto proposte senza aver visto riconosciuto il nostro lavoro sulla pubblica istruzione”. Per Paola Frassinetti, responsabile Istruzione di FdI,  è necessario “intervenire al più presto rendendo efficiente e funzionante ciò che già esiste. Inserendo, ad esempio, nelle strutture, in modo progressivo e oculato, i necessari elementi di miglioramento della qualità dell’istruzione. In modo che venga tutelato anche chi vorrebbe affrontare studi più seri ed impegnativi. Col desiderio che la scuola torni a svolgere innanzitutto la sua funzione classica di trasmissione del patrimonio culturale”.

Bellucci: serve un cambio di passo

“Un ragazzo su due sa leggere e scrivere ma purtroppo non capisce quello che legge”, osserva invece Carmela Bucalo. “Un dato sul quale dobbiamo lavorare per far sì che la scuola non penalizzi l’educazione e la cultura. Finalizzate alla crescita professionale. E diciamo no a una riforma sul reclutamento che tradisce i giovani con tempi lunghi e procedure complesse. Li allontana sempre più dal mondo del lavoro. Non tutela i docenti precari svilendo la qualità del loro impegno”. Dito puntato sulla pandemia da parte di Maresa Bellucci. “L’allarme sanitario ha messo in mostra le grandi lacune del nostro sistema scolastico a causa di politiche poco lungimiranti. E dei tagli lineari che hanno ridotto il personale e depotenziato tutto l’apparato. Serve un cambio di passo per far sì che l’istruzione non sia solo un passaggio obbligato nella vita dei ragazzi, ma un momento in cui si forma il cittadino. Per questo ho presentato la proposta di legge  per l’introduzione dello psicologo scolastico, così come accade in molti Stati Europei”.

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