McDonald’s lascia la Russia e vende tutta la rete di negozi. Mosca è già pronta a “nazionalizzare”

16 Mag 2022 17:41 - di Federica Parbuoni
mcdonald's russia

La chiusura “temporanea” dei punti vendita McDonald’s in Russia diventa definitiva. Dopo aver sospeso le attività di tutti i negozi all’inizio di marzo, a seguito dell’invasione dell’Ucraina, infatti oggi il colosso americano del fast food ha annunciato l’uscita dal mercato russo, con la conseguente cessione di tutta la rete di vendita. Si tratta di 850 punti sparsi in tutta la Federazione, con un totale di 62mila dipendenti.

McDonald’s: «La permanenza in Russia non più sostenibile»

«La crisi umanitaria provocata dalla guerra in Ucraina e il precipitare imprevedibile del contesto operativo hanno portato McDonald’s a concludere che la continua proprietà del business in Russia non sia più sostenibile, né coerente con i valori di McDonald’s», ha fatto sapere l’azienda, che era presente nel Paese da 32 anni. Il Ceo, Chris Kempczinski, sottolineando come la «dedizione e la fedeltà dei dipendenti e delle centinaia di fornitori russi abbiano reso difficile la decisione di andarsene», ha chiarito che tuttavia «abbiamo un impegno nei confronti della nostra comunità globale e dobbiamo rimanere saldi nei nostri valori».

Mosca pronta a “nazionalizzare” attraverso “Zio Vanja”

McDonald’s, però, di fatto sparirà solo come marchio, mentre tutta la rete di produzione e vendita dovrebbe essere acquisita e riproposta pressoché identica dal nuovo acquirente russo. Si fa il nome della società “Zio Vanja” della quale si era già parlato a marzo, a ridosso delle chiusure dei negozi, per la registrazione di un marchio che ricordava in tutto e per tutto quello americano: archi giallo brillante su sfondo rosso, con l’unica differenza dell’orientamento della lettera “M”, che ruotata, diventa il carattere cirillico “B”.

«McDonald’s tornerà in Russia sotto un nuovo marchio a giugno, mantenendo la catena di ristoranti e il menu, così come i posti di lavoro. Oltre il 90% dei fornitori sono russi, lavorano con loro e continueranno a farlo. Di fatto solo il nome cambierà», ha detto una fonte vicina all’affaire citata all’agenzia russa Tass.

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