Maxifrode sull’olio d’oliva, irregolari 2,3 milioni di litri, quasi un terzo di quello controllato
Hanno incrociato una serie di dati che riguardavano l’importazione dall’estero di bottiglie ed etichette con quelli che erano i dati delle produzioni di olio d’oliva custoditi nelle banche dati nazionali dell’Agricoltura, ed è così che i finanzieri del Nucleo Speciale Beni e Servizi e gli ispettori del Dipartimento Icqrf del Ministero delle politiche agricole e forestali hanno scoperto una maxifrode sull’olio nazionale alimentare, l’ennesima, messa in atto da alcuni produttori, in qualche caso aziende molto note in Italia.
I risultati dell’indagine che è andata a colpo sicuro – dunque non un controllo casuale ma mirato su alcuni produttori italiani di olio extravergine d’oliva – ha accertato che il 27,2 per cento dei campioni prelevati è risultato irregolare.
Si parla di 2.300.000 litri di olio extravergine d’oliva non conforme alla normativa comunitaria e nazionale.
Dei 102 campioni prelevati e sottoposti ad analisi presso i laboratori dell’Icqrf, 25 sono risultati irregolari per qualità inferiore al dichiarato ossia per olio qualificato come extravergine di oliva, ma in realtà rilevato dalle analisi come vergine. E, di conseguenza, i finanzieri hanno denunciato 10 persone alla magistratura per l’ipotesi di reato di frode in commercio.
Finanzieri e ispettori Ircq hanno indirizzato gli accertamenti verso operatori del settore oleario presenti su tutto il territorio nazionale e verso i principali porti di ingresso delle materie prime di provenienza estera.
Dopo una fase preliminare, caratterizzata dall’esame delle banche dati e delle altre informazioni disponibili e finalizzata a calibrare gli interventi in presenza di concreti indicatori di rischio, sono partite le ispezioni congiunte nei siti di produzione e di ingresso delle materie prime utilizzate. Come detto, oltre il 27 per cento dei campioni prelevati è risultato irregolare. Vale a dire oltre 2 milioni di litri d’olio.
Trentatrè le violazioni amministrative contestate e relative alla tenuta dei registri, alla compilazione della documentazione obbligatoria ed al mantenimento del requisito di tracciabilità, costate oltre 10 milioni di euro.
I finanzieri e gli ispettori del ministero dell’Agricoltura hanno anche comminato 5 diffide ad adempiere alle disposizioni dell’autorità per la regolarizzazione eseguendo 5 sequestri amministrativi, per un valore complessivo di oltre 170.000 euro.
Sui nominativi delle aziende che hanno truffato i consumatori inducendoli ad acquistare olio con la convinzione che si trattasse di extravergine, i militari della Finanza mantengono il massimo riserbo. Le indagini sono ancora in corso, dicono.
Non è la prima volta che viene scoperta una truffa sull’olio spacciato per extravergine.