Maxifrode sull’olio d’oliva, irregolari 2,3 milioni di litri, quasi un terzo di quello controllato

4 Mag 2022 10:16 - di Paolo Lami
olio

Hanno incrociato una serie di dati che riguardavano l’importazione dall’estero di bottiglie ed etichette con quelli che erano i dati delle produzioni di olio d’oliva custoditi nelle banche dati nazionali dell’Agricoltura, ed è così che i finanzieri del Nucleo Speciale Beni e Servizi e gli ispettori del Dipartimento Icqrf del Ministero delle politiche agricole e forestali hanno scoperto una maxifrode sull’olio nazionale alimentare, l’ennesima, messa in atto da alcuni produttori, in qualche caso aziende molto note in Italia.

I risultati dell’indagine che è andata a colpo sicuro – dunque non un controllo casuale ma mirato su alcuni produttori italiani di olio extravergine d’oliva – ha accertato che il  27,2 per cento dei campioni prelevati è risultato irregolare.

Si parla di 2.300.000 litri di olio extravergine d’oliva non conforme alla normativa comunitaria e nazionale.

Dei 102 campioni prelevati e sottoposti ad analisi presso i laboratori dell’Icqrf, 25 sono risultati irregolari per qualità inferiore al dichiarato ossia per olio qualificato come extravergine di oliva, ma in realtà rilevato dalle analisi come vergine. E, di conseguenza, i finanzieri hanno denunciato 10 persone alla magistratura per l’ipotesi di reato di frode in commercio.

Finanzieri e ispettori Ircq hanno indirizzato gli accertamenti verso operatori del settore oleario presenti su tutto il territorio nazionale e verso i principali porti di ingresso delle materie prime di provenienza estera.

Dopo una fase preliminare, caratterizzata dall’esame delle banche dati e delle altre informazioni disponibili e finalizzata a calibrare gli interventi in presenza di concreti indicatori di rischio, sono partite le ispezioni congiunte nei siti di produzione e di ingresso delle materie prime utilizzate. Come detto, oltre il 27 per cento dei campioni prelevati è risultato irregolare. Vale a dire oltre 2 milioni di litri d’olio.

Trentatrè le violazioni amministrative contestate e relative alla tenuta dei registri, alla compilazione della documentazione obbligatoria ed al mantenimento del requisito di tracciabilità, costate oltre 10 milioni di euro.

I finanzieri e gli ispettori del ministero dell’Agricoltura hanno anche comminato 5 diffide ad adempiere alle disposizioni dell’autorità per la regolarizzazione eseguendo 5 sequestri amministrativi, per un valore complessivo di oltre 170.000 euro.

Sui nominativi delle aziende che hanno truffato i consumatori inducendoli ad acquistare olio con la convinzione che si trattasse di extravergine, i militari della Finanza mantengono il massimo riserbo. Le indagini sono ancora in corso, dicono.

Non è la prima volta che viene scoperta una truffa sull’olio spacciato per extravergine.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *