M5S, accuse a raffica: «Cerchio tragico», «deficit politico», scontro sul logo e Conte “sotto processo”

23 Mag 2022 12:13 - di Milena Desanctis
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Lo scontro all’interno del M5s è fortissimo. La leadership di Conte è sempre più debole e la faglia tra contiani e ribelli si allarga ogni giorno di più. Nei giorni scorsi l’europarlamentare Dino Giarrusso in un’intervista al Corriere della Sera, si è lamentato del «cerchio tragico» di cui si è circondato Conte, con esponenti «tutti nominati».

M5S, Spadafora su Conte: «Credo abbia un deficit politico»

Ancora più duro il deputato Vincenzo Spadafora. Conte? «Credo che lui abbia un deficit politico che noi stiamo pagando in maniera molto forte, cioè la sua popolarità, che è indubbia, non riesce a colmare un deficit politico, un deficit politico è quella capacità di costruire il nuovo partito, il nuovo corso. Credo anche che molti di noi abbiano la percezione che Conte voglia accompagnare all’uscita tante persone». Il leader pentastellato vuole la scissione? «A volte ho questa sensazione, non lo posso negare», ha proseguito l’ex ministro dello Sport. E a chi gli ha chiesto se esista il rischio che Conte voglia sfilarsi dalla maggioranza, Spadafora ha risposto: «Mi pare di sì, alla fine poi l’incidente è sempre dietro l’angolo e sembra che l’incidente ce lo stiamo un po’ cercando».

La replica di Patuanelli e Taverna

A Spadafora ha replicato su Facebook il ministro per le Politiche agricole, Stefano Patuanelli. «Caro Vincenzo, io non penso ci sia alcun deficit. Ma tu che pensi ci sia, dai un contributo intervenendo sempre e solo contro Giuseppe? Non ti sembra di limitare la tua intelligenza politica indiscutibile così?». In campo per difendere Conte anche la vicepresidente del Senato e del M5S, Paola Taverna. «Deficit politico di Conte? – ha scritto su Twitter – Ma per favore… Paghiamo altri tipi di deficit da parte di alcuni colleghi… Anche basta».

M5s, la strategia degli oppositori

Fonti vicine ai vertici, come scrive il Corriere della Sera, provano a dare un’altra lettura alle tensioni: sostengono che «gli ex big critici non hanno intenzione di sostituire Conte», ma che «il loro piano è logorarlo per dimostrare che lui ha bisogno del loro supporto, ora che non fanno più parte della struttura, nuova e legittimamente scelta dal leader e votata dagli iscritti, che prende le decisioni». «Non parlano per il bene del Movimento – precisano le stesse fonti – ma per indebolirlo per interesse personale. Più passeranno i giorni, più alzeranno il tiro con forza».

Via al “re-branding” dopo amministrative

La frattura si allarga, i contiani puntano anche sul logo. Via al “re-branding” del Movimento 5 Stelle dopo le prossime elezioni amministrative: un rinnovamento che probabilmente passerà anche da una nuova veste grafica e un nuovo simbolo, con il possibile ingresso nel logo del nome di Giuseppe Conte. La strada sembra ormai tracciata, lo ha confermato, parlando con l’Adnkronos, il senatore e vicepresidente del M5s Mario Turco, fedelissimo di Conte. «Certamente – ha affermato – dopo le amministrative proseguirà il consolidamento del nuovo corso avviato da Conte, con una prospettiva politica sempre più incentrata sulla transizione ecologica ed energetica. Avremo un Movimento sempre più orientato verso quelle tematiche che sono centrali per la crescita dell’economia e per la sostenibilità».

Sulla modifica del brand

Il M5s cambia pelle, dunque? «È possibile che il “brand” che ha finora contraddistinto il Movimento possa subire qualche modifica, ma resta il riferimento all’identità del Movimento e alle sue radici fondanti», ha spiegato l’ex sottosegretario a Palazzo Chigi. Il nome di Conte apparirà sul simbolo? «È una possibilità, per identificare il nuovo corso, ma se ne parlerà in sede di Consiglio nazionale». Beppe Grillo è d’accordo? «Ci saranno valutazioni, discussioni, ma tutte le forze politiche sono in una fase di consolidamento e di rilancio, è normale ci sia un restyling del brand. Lo hanno fatto un po’ tutti i partiti, non vedo perché anche il M5s non debba rivedere il simbolo stesso. Questo è sempre accaduto». Il rischio, dicono nel Movimento come riporta il quotidiano milanese, è che ora lo scollamento si sposti  a livello locale, «molti esponenti  nei territori non hanno gradito la scelta di non presentare liste  in molti Comuni alle prossime amministrative».

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