L’ex sindaco sceriffo Gentilini: «Gli Alpini non fanno certe cose, è stata una congiura»

16 Mag 2022 9:18 - di Eugenio Battisti

“Gli Alpini non fanno certe cose. È tutta una montatura”. Giancarlo Gentilini, 93 anni, ex sindaco di Treviso, non ci sta. E respinge la narrazione di questa settimana sulle presunte molestie sessuali delle Penne nere all’Adunata nazionale che si è svolta a Rimini. Intervistato da Serenella Bettin su Libero non si tira indietro. Giacca verdone a quadri e cravatta verde Lega, indossa la spilla degli Alpini. Alle pareti la fascia tricolore di quando era primo cittadino di Treviso.

L’ex sindaco Gentilini: è una congiura contro gli Alpini

Leghista della prima ora, è finito sulle cronache internazionali per la sua lotta agli immigrati clandestini, al Gay Pride, ai chewing-gum per terra. Sindaco sceriffo, che per anni ha avuto la scorta perché minacciato dalle Brigate Rosse. “Quello che è successo è una congiura di un colore ben definito. Che non è certamente quello del centrodestra”, non mostra dubbi Gentilini. “Hanno voluto cercare qualcosa che potesse minare la sacralità degli Alpini”. Un corpo che conosce da vicino. “Non ho mai visto queste cose alle Adunate. Mai. Ne ho fatte 50 in tutta Italia, la mia prima nel 1957. L’Adunata è una cosa sacra. Ma si è persa la sacralità”.

“Se qualcuno ha sbagliato, deve essere punito”

Se qualcuno ha sbagliato – aggiunge – deve essere punito, io sono per il rispetto delle regole. “Ma gli Alpini non fanno queste cose. Avranno fischiato per un bel sedere. Io ho fatto il servizio militare con gli Alpini, mi hanno insegnato ordine, disciplina, rispetto delle persone e delle regole. Il principio dell’Alpino è: prima gli altri, poi te”. Poi confessa il suo vero cruccio. “Non aver visto tanti giovani sfilare perché il servizio militare non è più obbligatorio. Sì, quelli che l’hanno tolto li fucilerei politicamente“.

“Per me è stata una scuola di vita”

“Per me è stata una scuola di vita. Brigata Cadore, sesta Artiglieria Montagna. Quando ci fu il disastro del Vajont, 1500 uomini arrivano lì dopo due ore”. Ce ne siamo dimenticati, aggiunge intristito l’orgoglioso Alpino. “Oggi manca il sacrificio. Durante la guerra partivo con il camion a legna e andavo aJesolo; caricavo le taniche piene dell’acqua di mare perché mancava il sale per fare la polenta”.

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