In bilico il viaggio a Mosca di Salvini. “Mi criticano tutti, da Letta a Meloni? E io resto con i miei figli”

29 Mag 2022 17:14 - di Riccardo Angelini

In bilico il viaggio di Matteo Salvini a Mosca. Il leader della Lega ha ricevuto più critiche che applausi, anche all’interno del suo partito. E non fa nulla per nascondere il suo disappunto:  “Non essendo un viaggio di piacere, ma un viaggio in una zona di guerra, se si aggiunge il coro di sottofondo di Letta, Meloni, Renzi, Calenda e degli intellettuali radical chic che preferiscono le armi e il conflitto, vediamo se ci sono le condizioni: per la pace sono disposto a tutto, a incontrare tutti”.

E ancora: “Mica andavo a fare un weekend a Riccione. Non pretendo applausi, ma nemmeno insulti. Se devo creare divisioni mi viene voglia di dire: sto con i miei figli e i miei genitori, tenetevi la vostra guerra e le vostre polemiche». Per la cronaca anche Giorgia Meloni, dialogando con Bruno Vespa al Forum in Masseria presso Masseria Li Reni, aveva mostrato delle perplessità sull’idea di un viaggio alla corte di Putin: “Non bisogna dare segnali di crepe sul proprio fronte: serve una grande solidità dell’Occidente”.

“Se dovessi riuscire a incontrare Putin – aveva detto prima – gli chiederei, anzitutto, il cessate il fuoco. Incontrerei anche Zelensky. Ci andrei volentieri a Kiev”. “Vedremo – ha aggiunto sull’ipotesi di andare in Russia -. Vedremo se sarà tecnicamente possibile adesso o più avanti. Chiunque possa portare un mattoncino che ricostruisca la casa della pace e del dialogo dovrebbe poterlo fare”.

Boccia l’idea anche Edward Luttwak che commenta con l’Adnkronos l’ipotesi di una missione di Salvini a Mosca. Che un solo leader possa ottenere il cessate il fuoco è pura fantascienza.  “E’ impossibile per una persona, neanche Draghi è sufficiente, ci dovrebbero essere tre Paesi europei insieme, pensa un po’ se Salvini possa essere sufficiente, anche se ogni membro del suo partito lo dovesse accompagnare, e si sa che non tutti sono d’accordo, non conterebbe”, dice il politologo americano, sempre molto attento alle vicende politiche italiane.

“Lui ha avuto rapporti precedenti con Putin – aggiunge Luttwak parlando ancora del leader della Lega – ma non lo condanno perché dobbiamo ricordarci che tutti hanno avuto rapporti con Putin perché non era il Putin di oggi”. “Il primo Putin era un riformatore, ha fatto pagare le pensioni… C’erano molti Putin, poi c’è stato un classico deterioramento, un declino di Putin, un degrado ma – insiste – non si possono colpevolizzare tutti quelli che hanno avuto rapporti con Putin perché lui non era il Putin di oggi”.

Indulgente anche il commento di Pierferdinando Casini: “Siamo un Paese incardinato nella Nato e nell’Europa e che non possiamo essere artefici in solitudine del nostro destino. Perciò De Mita e gli altri oggi avrebbero lavorato per la pace, ma senza indebolire l’Alleanza atlantica e non prestandosi al rischio di essere strumentalizzati da Putin. E mi riferisco a Matteo Salvini…».

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