Il badante non vaccinato morì di Covid, la famiglia fa causa all’anziano: «Lo ha contagiato lui»

25 Mag 2022 18:39 - di Agnese Russo
badante covid

Il badante non vaccinato morì dopo aver contratto il Covid, ora la sua famiglia chiede al datore di lavoro un risarcimento danni da un milione e 300mila euro, sostenendo che era stato lui, un anziano di 83 anni vaccinato e sopravvissuto, a contagiarlo. La strana vicenda arriva da Ravenna, dove domani approderà di fronte al giudice del lavoro, chiamato a decidere se il decesso del lavoratore rumeno si possa considerare come effetto di violazioni in materia di prevenzione degli infortuni sul lavoro. Tra le parti citate dai familiari del badante, che aveva 68 anni, oltre all’anziano datore di lavoro ci sono anche l’Inail e l’assicurazione dell’83enne.

La tempistica del contagio

L’anziano era risultato positivo al Covid il primo settembre dello scorso anno. Due giorni dopo anche il badante fece il tampone e risultò positivo. Da qui l’idea della famiglia di un contagio passato dall’anziano al lavoratore, che però la difesa contesta sottolineando che è impossibile stabilire un nesso, anche alla luce del fatto che il badante era stato in ferie dal 23 al 28 agosto.

Il badante morto per Covid non era vaccinato

Soprattutto, però, c’è il tema della vaccinazione. L’anziano era immunizzato, il badate no per sua scelta. Secondo quanto riferito nella memoria difensiva e riportato dal Resto del Carlino che dà conto della vicenda, infatti, il 68enne sarebbe stato contrario al vaccino, manifestando apertamente la sua posizione anche di fronte alla preoccupazione dei figli dell’83enne, ai quali replicava che il vaccino non l’avrebbe protetto dal rischio di contagio e che, per quanto riguardava lui stesso, si sentiva forte e in buona salute e che per questo il Covid non lo spaventava.

Le cure “alternative” e il ricovero

Inoltre, sempre secondo quanto riferito dalla difesa, il badante si sarebbe affidato a metodi di cura “alternativi”, costituiti all’inizio da erbe medicinali e infusi e poi seguiti da antipiretici. Alla luce del fatto che la febbre non passava, però, erano stati proprio i figli dell’anziano a insistere per fare intervenire i medici dell’Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale, che avevano poi deciso di portare il badante in pronto soccorso.

 

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