Giallo sul destino dei soldati di Azov. Mosca può bloccare lo scambio di prigionieri: sono criminali nazisti

17 Mag 2022 18:56 - di Redazione
azovstal

Il procuratore generale russo ha chiesto alla Corte suprema di riconoscere il reggimento ucraino Azov come “organizzazione terroristica”. Lo ha riferito l’agenzia di stampa Interfax citando il sito web del ministero della giustizia russo. La Corte Suprema russa dovrebbe esaminare il caso il 26 maggio.

Il Parlamento russo esaminerà domani una bozza di risoluzione che vieta lo scambio dei militari evacuati dall’acciaieria Azovstal. I deputati hanno sostenuto la proposta fatta dal capo del comitato di Difesa della Duma, Andrei Kartapolov. Nella proposta di risoluzione Kartapolov parla di “criminali nazisti” che vanno perseguiti. Ovviamente, se venisse approvata questa proposta sarebbe molto incerto il destino dei soldati evacuati da Azovstal.

Mosca non ha chiarito ai media internazionali se saranno trattati come prigionieri di guerra o criminali di guerra. Tuttavia Putin avrebbe promesso un trattamento secondo le leggi internazionali .

Non è chiaro quanti militari si trovano ancora all’interno dell’impianto. Il ministero della Difesa ucraino oggi ha annunciato l’avvio di una operazione di salvataggio per portare fuori da Azovstal i combattenti ancora dentro l’acciaieria. “Stiamo prendendo tutte le misure necessarie”, ha scritto il ministero in un messaggio su Telegram in cui ha reso onore ai militari che, con la loro resistenza, sono riusciti a ritardare il trasferimento di 20mila soldati russi in altre zone dell’Ucraina, evitando così che la Russia conquistasse rapidamente la città di Zaporizhzhya e dando moto alle forze ucraine di raggrupparsi.

Lo stato maggiore ucraino, sempre oggi, ha confermato che la missione per difendere l’Azovstal è terminata. La Russia ha preso il controllo sull’intera città di Mariupol, un passo che consente a Mosca l’apertura di un corridoio fra la Crimea la Russia.

I colloqui tra Mosca e Kiev attualmente non si stanno svolgendo in alcuna forma. Il negoziato è fermo secondo quanto dichiarato dal ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov.

E il consigliere presidenziale e negoziatore ucraino, Mikhailo Podolyak, ha poi spiegato: “Attualmente il processo negoziale è sospeso: dopo l’incontro di Istanbul non ci sono stati cambiamenti, nessun progresso. La Federazione Russa resta ancora sulle sue posizioni stereotipate. Ma ogni guerra finisce al tavolo delle trattative, e questo processo sarà moderato da Zelensky”.

 

 

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