Zeta sul portone di casa, nuove minacce al prof italiano che vive a Mosca da 11 anni. Ora ha paura
“Oggi sono tornati. Psicologicamente non è facile. Sicuramente dopo 11 anni dovrò andare via da quella che ho definito casa”. A scriverlo è Vincent Ligorio, 35 anni, professore associato presso l’Accademia presidenziale russa dell’Economia nazionale e della pubblica amministrazione. Ancora minacce e insulti davanti alla sua abitazione.
Nuove minacce al prof italiano a Mosca
Ora alla luce delle nuove minacce potrebbe mollare tutto per tornare nella sua città di origine, Brindisi. Restare in Russia potrebbe non essere più sicuro. Ieri, 31 marzo, infatti, ha denunciato su Twitter l’ennesimo attacco. Con tanto di foto in cui si vede disegnata una Z dietro la sua porta. “Lo hanno fatto in modo più artistico”, dice per minimizzare. ” Oggi fa più male anche per altre cose che ho ricevuto in questi giorni”. Il simbolo della Z, dal primo attacco russo, è un richiamo alla lettera impressa sui mezzi dell’esercito di Putin che ha invaso l’Ucraina.
La zeta delle truppe russe sul portone
Per il docente di Brindisi che vive a Mosca da 11 anni non è la prima volta. Ora il professore si sente realmente in pericolo e non sa come arginare le minacce. L’ultima risale al 25 marzo quando, sempre dietro la porta del suo appartamento, gli era stato lasciato un foglio bianco con la lettera Z. E persino un limone, interpretato in questo caso come un invito a stare zitto. Ma di cosa è accusato? Perché è finito nel mirino delle truppe russe. Forse qualcuno potrebbe non aver apprezzato le sue interviste, rilasciate ai media italiani. O i suoi numerosi tweet sulla situazione che stanno vivendo i russi. Ma anche tutti gli stranieri (compresi gli italiani), rimasti in Russia dopo le sanzioni dell’Occidente. E l’invasione dell’Ucraina. Non è un fedelissimo dello zar, parla e scrive liberamente. Quindi va colpito.