Su Fb più condivisi i post negazionisti su Bucha. Chi fa da megafono alla versione del Cremlino

22 Apr 2022 17:54 - di Riccardo Angelini
Bucha

All’indomani del massacro di Bucha, Facebook ha assistito a una guerra dell’informazione combattuta su diverse narrazioni degli eventi. Nonostante un’ampia verifica dei fatti, interviste con testimoni e sopravvissuti e segnalazioni sul campo delle atrocità avvenute nella periferia di Kiev, i post che hanno ottenuto il maggior numero di condivisioni su Facebook sono stati quelli che sollevavano dubbi sulla veridicità delle immagini. Lo sostiene un report internazionale, pubblicato dall’Institute for Strategic Dialogue, che analizza 200 post pubblicati su Facebook in 20 paesi nelle tre settimane che hanno seguito gli eventi di Bucha. L’Isd è un’organizzazione indipendente senza scopo di lucro dedicata alla salvaguardia dei diritti umani e alla lotta alla disinformazione in tutto il mondo.

Il report mostra ciò che gli utenti Fb hanno già avuto modo di constatare e cioè che molte pagine cosiddette “alternative” si prestano ad ampliare le narrazioni pro-Cremlino plasmando il discorso sulla guerra sui social media. “Il caso di Bucha – si legge nel Report – è solo un esempio di come un evento significativo della guerra possa essere riformulato per spostare la colpa dalla Russia e mettere in discussione del tutto la veridicità del massacro”. 

Gli analisti dell’Isd hanno analizzato i primi dieci post più condivisi su Bucha su Facebook in 20 paesi: 14 paesi dell’UE (Austria, Cipro, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Slovacchia e Spagna), Regno Unito, Argentina, Brasile, Canada, Stati Uniti e Venezuela. In un lasso di tempo che va dal 30 marzo 2022 al 6 aprile 2022, analizzando un totale di 200 post. 

Il risultato è stato che i 55 post negazionisti sulle atrocità di Bucha hanno guadagnato molta più popolarità online rispetto a quelli che non mettono in discussione il massacro. I 55 post avevano un totale di 208.416 azioni, mentre i restanti 145 posti avevano un totale di 172.063 condivisioni. E ancora, sebbene i media statali russi siano stati banditi dai social media nell’UE, un’interpretazione pro-Cremlino degli eventi di Bucha è stata trovata in 34 post in dieci paesi dell’UE. In Slovacchia, sette dei dieci post più condivisi su Bucha includevano narrazioni pro-Cremlino. 

Una scoperta preoccupante – si legge ancora nel report – perché “illustra come le fonti illegittime stiano superando i media mainstream e le fonti ufficiali nella copertura del massacro di Bucha”. Altri due paesi europei in cui le narrazioni pro-Cremlino sono state ampiamente condivise su Facebook sono l’Austria e la Repubblica Ceca. Il post più condiviso in Austria era lo stesso del terzo post più condiviso in Germania e gli analisti hanno identificato che il testo del post era stato copiato da un noto canale di disinformazione pro-Cremlino chiamato Antispiegel. In Venezuela, i due post più condivisi, e tre dei primi dieci, provengono dal media statale russo RT (Russia Today).

Esempi di tali post sono stati trovati in gran parte in Italia, dove 8 dei 10 post più condivisi avevano avuto origine dalla pagina Facebook ufficiale del giornalista di guerra italiano Toni Capuozzo o menzionavano un’interpretazione controversa degli eventi da parte di Capuozzo.  Nessuno dei post più condivisi in Italia proveniva dai media mainstream. Dei due post che non erano legati a Capuozzo, uno era critico sulla quantità di attenzione riservata alla guerra in Ucraina rispetto alla guerra in Siria, e uno era un post del giornalista Nicola Porro che riportava le denunce di stupri da parte di soldati ucraini .

Allo stesso modo, in Spagna, il post più condiviso su Bucha è arrivato dallo YouTuber spagnolo Ruben Gisbert che è entrato nel Donbas dalla Russia all’inizio della guerra, per dire la verità sul conflitto. Il post di Gisbert conteneva un video in cui sostiene che le immagini di Bucha potrebbero essere state messe in scena e che gli omicidi a Bucha potrebbero essere stati commessi da ucraini piuttosto che da russi. Il suo video è stato successivamente ripreso da Russia Today ed è diventato il secondo video più condiviso su Bucha in Venezuela.

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