Soldati russi spediscono a casa il bottino di guerra. Su internet pubblicati i loro nomi e cognomi (video)

7 Apr 2022 10:38 - di Francesco Severini
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Il video sui razziatori russi che spediscono a casa il bottino di guerra sta facendo il giro del mondo grazie al lavoro dei volontari bielorussi di Hajun Project. I soldati russi sono stati ripresi in un ufficio di spedizioni nella città di Mazyr, in Bielorussia.

I soldati hanno spedito alle famiglie il bottino di guerra

Hanno spedito alle loro famiglie il frutto dei bottini di guerra che hanno colpito la regione di Kiev. Televisori, condizionatori, vestiti, gadget elettronici: un totale di due tonnellate di pacchi.

I giornalisti ucraini hanno pubblicato nome e indirizzo dei soldati russi razziatori

I giornalisti ucraini hanno pubblicato su Internet nome, indirizzo, numero di telefono e unità militare di appartenenza dei soldati ripresi nell’ufficio di spedizione.

Qualche giorno fa i servizi segreti di Kiev avevano diffuso un’intercettazione tra un soldato russo e la moglie in cui la donna incitava il marito a depredare quanto più possibile i beni degli ucraini. “Sophia va a scuola, un computer le servirebbe, va avanti, prendi tutto, tutto quello che puoi, anche le t-shirt, che servono sempre. Ma poi quale uomo russo non ruberebbe tutto?”.

Quirico: quei soldati hanno emulato i loro nonni dell’Armata rossa che depredarono la Germania

Domenico Quirico sulla Stampa commentando la notizia osserva che questi soldati stanno emulando le gesta dei loro nonni che depredarono la Germania al seguito dell’Armata rossa. “Nel 1945 – scrive Quirico – i nonni dei soldati russi che hanno assediato Kiev vissero una campagna militare spietata per entrare in Germania, con decine di migliaia di morti. Ma quello fu anche per loro un periodo di strana abbondanza. La Germania era ricca. Nonostante cinque anni di guerra era ancora molto più ricca delle terre in cui erano stati arruolati. Si presero le donne tedesche, a migliaia, ma anche rubarono. E tutto venne fatto su scala russa, monumentale. Avevano sofferto e perduto più di qualunque altro e ora volevano una ricompensa. Stalin pretendeva dal Reich un risarcimento di almeno dieci miliardi di dollari. Una parte spettava a loro e bisognava impadronirsene subito, fino a che si era in tempo. Dal 1944 era stato emanato un previdente ordine di servizio in cui si specificava in dettaglio la procedura da seguire per i «trofei». E la loro spedizione in Russia. Qualsiasi cosa conquistata o abbandonata diventava proprietà dell’Armata rossa”.

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