Sean Penn, dalla telecamera al fucile. L’annuncio: “Sto pensando di combattere in Ucraina contro Putin”
«L’unico motivo per cui sarei rimasto di più in Ucraina sarebbe stato un fucile in mano. Probabilmente senza alcun equipaggiamento di difesa, perché da cittadino straniero sarei stato più propenso a lasciarlo a un civile che ne è sprovvisto, a qualcuno più abile di me, oppure a un giovane, che potrebbe combattere più a lungo». Lo ha detto Sean Penn, la star hollywoodiana, che alla nuova rivista Hollywood Authentic, un po’ gioca a fare Rambo 2.0. Un po’ prova a spiegare come e perché, da quando è cominciata la guerra, continua a pensare alla possibilità di imbracciare le armi al fianco degli ucraini. Anti-divo per indole, irrequieto di natura. Noto per il suo attivismo politico nella cordata dem hollywoodiana anti-Trump, l’attore 61enne sta pensando di passare dalle parole ai fatti. Da spettatore ad attore in trincea. Dall’ironia radical chic all’azione sul campo.
Sean Penn: sto pensando di combattere a fianco degli ucraini contro la Russia
Un pensiero vagheggiato forse già nei giorni di febbraio quando – dopo una prima visita a Kiev a novembre – l’attore si trovava nuovamente in Ucraina per girare un documentario sull’invasione della Russia. Quando, condannando con forza il conflitto scatenato dal Cremlino, l’interprete e regista americano, in un’intervista al Washington Post dichiarava: «È un errore che sta già costando vite e infrangendo cuori». Sottolineando che «se non si fermerà, Putin commetterà il più orribile errore per tutta l’umanità». E ancora, quando, plaudendo all’eroismo e al coraggio degli ucraini, Sean Penn definiva Zelensky e la sua gente, «simboli storici del coraggio e del principio».
«Ma non sono un idiota: non sono sicuro di cosa posso offrire»
Così oggi l’interprete e regista che nell’ottobre 2015, dopo mesi di trattative. Mail criptate e cellulari cambiati continuamente, si è avventurato in una foresta in Messico per intervistare “il fuggitivo più ricercato al mondo”: il narcotrafficante El Chapo. Che per i suoi progetti di regia ha dimostrato di puntare ai set degli scenari apocalittici post urgano Katrina in Louisiana. Di Haiti dopo il terremoto del 2010. E del Pakistan delle inondazioni del 2012. Ora sta pensando di proiettarsi in un teatro di guerra. E dalla finzione cinematografica che tante lo ha visto alle prese con battaglie militari e civili, si dice tentato da una missione reale. «La mia intenzione è di tornare in Ucraina. Ma non sono un idiota: non sono sicuro di cosa posso offrire» ha detto Penn durante l’intervista.
Sean Penn e l’Ucraina: «Se sei stato lì non puoi non aver pensato di combattere»
Spiegando nell’intervista a Hollywood Authentic che, oltre al progetto di raccontare le tensioni politiche tra Kiev e Mosca, sfociate nella sanguinosa guerra in corso, «l’unico motivo per cui sarei rimasto di più in Ucraina sarebbe stato con un fucile in mano. Probabilmente senza alcun equipaggiamento di difesa, perché da cittadino straniero sarei stato più propenso a lasciarlo a un civile che ne è sprovvisto, a qualcuno più abile di me, oppure a un giovane, che potrebbe combattere più a lungo». «Perché – ha poi proseguito l’attore 61enne – se sei stato lì non puoi non aver pensato di combattere. Ma poi ti domandi: in che secolo siamo? Ero alla stazione di servizio di Brentwood l’altro giorno. E ora sto pensando di andare a combattere contro la Russia? Che ca..o sta succedendo?»
Mentre Sean Penn ci riflette, un attore ucraino ha già combattuto
E perché, come ha raccontato Sean Penn nella sua intervista a Hollywood Authentic, il giorno prima dell’invasione, vedendo Zelensky ha pensato: «Mi ha colpito il fatto che ora stavo guardando un ragazzo che sapeva di dover raggiungere il livello più alto di coraggio e leadership umana. Penso che abbia scoperto di essere nato per farlo». Intanto, mentre Penn elogia il leader ucraino. Mentre riflette sul da farsi e si mostra ai media nella sua veste di militante indefesso, con cui sbiadire sempre di più il personaggio della “testa calda” e del divo sciupafemmine che adombra l’immagine del politico di sinistra impegnato sul fronte delle battaglie civili.
Ed è caduto sul campo…
Insomma, mentre l’attore pensa alla sua prossima impresa fuori dal set, un suo collega meno noto, l’attore e presentatore televisivo ucraino Pasha Lee, è morto sotto i bombardamenti russi della città di Irpin fuori dalla capitale Kiev. Lee, 33 anni, si era arruolato nelle forze di difesa territoriale dell’Ucraina nei primi giorni della guerra.